L’Africa orientale terreno in cui il Qatar «semina»
«Siamo determinati nel migliorare le importanti relazioni strategiche con l’Etiopia, sapendo di essere già sulla via giusta ». In primavera l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, aveva iniziato il suo tour africano . Un viaggio dedito a rafforzare la sua influenza economica nella parte orientale del continente nero. «I nostri legami saranno sempre più profondi», aveva risposto il primo ministro etiope, Hailemariam Dessalenge. Lo stesso trattamento è stato riservato al Kenya e al Sudafrica. «L’emiro sta viaggiando con una delegazione consistente di uomini d’affari pronti a parlare con le controparti keniane – aveva dichiarato Manoha Esipisu, portavoce della presidenza in Kenya –. Gli accordi da firmare sono legati al vibrante settore energetico, all’istruzione e la scienza». Uhuru Kenyatta aveva già visitato la penisola araba nel 2014 e si è definito «un grande amico del Qatar». Anche il presidente sudafricano, Jacob Zuma, non è estraneo ai salotti del potere qatarini, visitati a maggio del 2016. «La visita dell’Emiro ha l’obiettivo di rafforzare le buone relazioni politiche, economiche e sociali già esistenti tra i nostri due Paesi – recitava una nota della presidenza sudafricana –. La cooperazione bilaterale Qatar-Sudafrica ha già lanciato progetti nei campi degli investimenti, agricoltura e dell’economia oceanica». Il volume del commercio tra Doha e Pretoria è salito «da 250 milioni di euro nel 2012 a oltre 440 milioni nel 2016». Separare l’aspetto economico da quello religioso e politico non è però facile con il Qatar. Inoltre, in qualità di Paese più ricco al mondo, Doha non ha certo problemi di denaro e non ha bisogno di investire in Africa come la Cina o l’Europa. L’aumento della sua influenza, però, appare molto discreto e determinato, legato soprattutto ai Paesi africani in cui risiede una grande comunità musulmana. In Mali, per esempio, le autorità qatarine sono state accusate di sostenere le forze jihadiste e separatiste nel nord del Paese, un vasto territorio con un enorme potenziale energetico. «Il Qatar invia le sue organizzazioni umanitarie insieme alle armi per i ribelli», recitano i media maliani. «Stiamo cercando gli aiuti economici del Qatar in molti settori», aveva invece affermato lo scorso febbraio Emi Aldeshina, portavoce della presidenza nigeriana e parte della delegazione in visita a Doha. «Abbiamo avuto delle riunioni interessanti e speriamo di vedere una ricca collaborazione in tutti i business nel futuro prossimo. Soprattutto – ha continuato Aldeishina – in infrastrutture, petrolio, gas, telefonia e turismo ». «La Nigeria è un grandissimo Stato ricco di risorse naturali – aveva commentato Mohammed bin Ahmed al Towar, funzionario della Camera del commercio e dell’industria qatarina –. La Banca nazionale del Qatar e altre nostre società, stanno avendo una buona esperienza con il loro lavoro in Nigeria». La società di telefonia qatarina Ooredoo ha già mostrato il suo interesse per il mercato nigeriano, mentre circa 390 milioni di dollari erano stati indirizzati nel 2012 verso la logistica e trasporti della Nigeria. Il continente nero è sempre più nel radar dei Paesi del golfo, i quali sfruttano i loro legami storici e religiosi per stringere relazioni economiche. La strada verso un solido rapporto sembra però appena iniziata. Come infatti disse una volta l’Emiro del Qatar rispetto all’Etiopia: «Purtroppo la maggior parte dei Paesi arabi non danno a questo Paese l’attenzione che il suo status merita». Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 29 agosto 2017
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