Centrafrica / La parrocchia di Bozoum laboratorio di convivenza
DAKAR, Senegal -- «Sempre avanti!». Sembra essere questo uno dei motti favoriti di padre Aurelio Gazzera
, da più di vent’anni missionario carmelitano nella Repubblica centrafricana. Nella sua parrocchia di Bozoum, una cittadina nel nord-ovest del Paese, le tensioni tra le comunità di cristiani e musulmani sono ancora forti. Le indescrivibili sofferenze provocate negli ultimi quattro anni di guerra civile hanno contribuito a dividere i credenti. Nonostante ciò, il religioso lavora con entusiasmo per promuovere pace e dialogo. «Qui a Bozoum abbiamo lanciato nel 2014 un’iniziativa che è ancora in corso – spiega padre Aurelio –. Durante le violenze interreligiose circa 200 civili musulmani, soprattutto donne e bambini, sono stati accolti dalla nostra parrocchia. Sebbene sia stato necessario affrontare tale sfida con molta cautela, i parrocchiani hanno mostrato una grande disponibilità nell’aiutare i nostri fratelli musulmani». In chiesa, al momento della colletta, i fedeli donavano il poco che avevano. «Davano manioca, arachidi e un po’ di denaro – afferma ad Avvenire padre Aurelio –. Alcuni hanno offerto un altro tipo di aiuto: hanno fatto lezione di agricoltura». Nota per essere abile nel commercio e nell’allevamento, la comunità di musulmani a Bozoum acquisito, così, più strumenti pratici per sopravvivere durante la guerra. «È davvero molto bello vedere la gente aiutarsi e lavorare insieme nonostante le apparenti divisioni religiose – aggiunge il missionario carmelitano -. Io stesso sono rimasto sorpreso dal vedere come i miei parrocchiani abbiano dato in questi anni persino più aiuti ai musulmani rispetto ai poveri della nostra comunità». Da quando è scoppiata la guerra nel 2012, le violenze hanno interessato soprattutto la coalizione di ribelli a maggioranza musulmana chiamata Seleka, i quali si sono scontrati con i gruppi di autodifesa cristiani “anti-balaka”. Entrambe le fazioni hanno commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità, secondo Amnesty International. «I nostri progetti continuano. E stiamo lanciando altre iniziative destinate a promuovere dialogo e giustizia in varie parti del Paese – conclude padre Aurelio con un altro dei suoi motti preferiti –: sperare sempre!!» Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 21 agosto 2016
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