Centrafrica. «Via i caschi blu, hanno fallito»
Appello dei leader religiosi dopo il massacro di cristiani a Bangassou
La richiesta è chiara: «I soldati delle Nazioni Unite provenienti dal Marocco devono andarsene ». In seguito al massacro di almeno 50 cristiani nel sud-est della Repubblica Centrafricana – avvenuto sotto gli occhi dei caschi blu della Missione Onu nel Paese (Minusca) – e agli scontri, spesso controversi, tra questi e i vari gruppi armati, i residenti della località di Bangassou si sentono vittima del fuoco incrociato. «Le motivazioni della popolazione sono fondate e confermano quelle di monsignor Juan José Aguirre Munos, vescovo spagnolo di Bangassou», ha riferito ieri all’agenzia Fides l’imam, Oumar Kobine Layama, leader della Piattaforma delle confessioni religiose del Centrafrica (Pcrc). Quest’ultimo si è recato nella regione insieme a una delegazione di politici, funzionari dell’amministrazione statale e rappresentanti della società civile. «La gente non vuole che il contingente marocchino resti in città perché i suoi soldati hanno fallito nella loro missione di proteggere i civili» dalle varie milizie. Il vescovo comboniano Aguirre ha denunciato, nei giorni scorsi, le violenze perpetrate dai ribelli islamisti Seleka sulla popolazione del villaggio di Gambo, a 75 chilometri da Bangassou. Il massacro di cinquanta cristiani riuniti nell’ospedale della Croce Rossa internazionale ha innescato una serie di vendette che hanno infiammato l’area. Le milizie anti-Balaka – formate da cristiani e animisti – hanno attaccato i villaggi intorno, uccidendo varie persone e saccheggiando le abitazioni. Anche in questo caso, l’intervento dei caschi blu sembra aver aggravato la situazione. «I militari marocchini sono i responsabili di diverse morti perché sparano a bruciapelo sui civili, confusi con i miliziani – ha precisato il religioso spagnolo –. Hanno il “grilletto facile” e quando sono attaccati rispondono sparando indiscriminatamente ». Non sono, inoltre, chiare le dinamiche di alcuni spostamenti dei soldati della Minusca durante gli scontri. La popolazione ha cominciato a sospettare che i marocchini abbiano qualche complicità con i ribelli Seleka, in maggioranza musulmani. I caschi blu impiegherebbero la “mano dura” con i miliziani anti-Balaka, mentre sarebbero molto più tolleranti con gli insorti della Seleka. Ieri il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, si è unito «al grido di dolore di papa Francesco di fronte all’efferata violenza omicida che ha colpito la comunità cristiana del Centrafrica ». Secondo l’Onu, ormai, nel Paese si intravedono «i segni iniziali di un possibile genocidio».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 12 agosto 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA