Etiopia / Liberi e «rieducati» 11mila detenuti
NAIROBI, Kenya - Oggi verranno liberati in Etiopia oltre 11mila prigionieri incarcerati dallo scorso ottobre dopo una serie di manifestazioni promosse principalmente dalla comunità etiope marginalizzata degli Oromo. Almeno «600 civili sono rimasti uccisi a settembre», avevano denunciato nei mesi scorsi le organizzazioni per i diritti umani. Una cifra che, insieme alle parziali ammissioni del governo etiope, portò le autorità di Addis Abeba a imporre un rigidissimo stato d’emergenza per sei mesi nelle zone a maggioranza Oromo del Paese. «Rilasceremo altre 11mila persone a conclusione di un corso di rieducazione – ha detto ieri Siraj Fegessa, ministro della Difesa etiope –. Il mese scorso erano invece stati liberati altri 9,800 detenuti». Il “corso”, della durata di 20 giorni, affrontava temi come la Costituzione etiope e l’agenda per lo sviluppo nazionale, ha spiegato il ministro. Tra gli altri temi «Storia etiope», «Democrazia costituzionale», «Rivoluzioni colorate »,La «Rinascita etiope» e la «Gioventù etiope». Secondo un comunicato governativo, i corsi che «mirano a rendere i detenuti attivamente partecipi alla vita economica e sociale del Paese» si sono tenuti a più riprese nei centri di detenzione di Senkele, Yirgalem, Tolay e Birshelko. Tra i prigionieri “forzati” a seguire tali lezioni c’era anche il docente universitario e opinionista Seyoum Teshome, incarcerato il primo ottobre scorso e liberato a fine dicembre. «Esattamente dodici ore dopo aver rilasciato un’intervista che criticava la brutale risposta da parte del governo – ha raccontato Seyoum al sito d’informazione African Arguments –, le forze di sicurezza hanno bussato alla mia porta». Il professore era stato accusato di possedere scritti illegali poco prima di essere trasferito nel centro di Tolay. «Gli “insegnati” nei centri di detenzione – ha spiegato ancora il docente – hanno inoltre accusato i media internazionali, come Bbc e Voice of America, di «promuovere un’agenda contraria al modello di sviluppo statale dell’Etiopia». Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 2 febbraio 2017
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