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ESreverSE_5 , Sbatti il mostro (italo-togolese) in prima pagina

22 Ottobre 2024

LOMÉ, Togo – “Questa campagna ha assunto enormi proporzioni per evidenti scopi elettorali. È proprio convinto che le elezioni bastino a giustificare tutta questa montatura?” Spiegava così un giovane Fabio Garriba (Roveda) a Gian Maria Volonté (Bizanti)

, suo direttore di giornale nel film “Sbatti il mostro in prima pagina”. Chi se lo ricorda come continuava? “Ma sta volta non si è trattato soltanto di un’ottima rete di informatori, come dice lei – proseguiva il finalmente illuminato Roveda –, ma di aver fornito alla polizia, alla magistratura e all’opinione pubblica un colpevole bello e pronto”. Purtroppo insieme a Sergio Donati, lo sceneggiatore, ci hanno lasciati tutti, solo il loro spirito rimane. La storia è comunque semplice da comprendere. Molto di più rispetto ai miei precedenti articoli “ESreverSE”, legati alla vicenda del padre italo-togolese Komlanvi Mawusse Allagbe detto “Essé”.

Sempre più persone si stanno identificando con la sua storia. Essé è l’ultima vittima di una campagna mediatica indecorosa per un Paese conosciuto attraverso il mondo con l’aggettivo di “Bel”. La quasi totalità della stampa italiana (salvo Corriere della Sera, Avvenire e Sole24ore) si è accanita contro di lui tra l’1 e il 9 agosto accusandolo falsamente di aver “abbandonato suo figlio in Africa perché gay e doveva curarsi”. Tra gli ultimi sviluppi c’è la connessione con gli Stati Uniti da dove Essé ha ricevuto il primo avvertimento: chiama il +39 393 970 39XX (un numero di telefono molto “patriottico” a giudicare dalla quantità di “39”). Appartiene a un certo Marco Guarnieri, un birbante “imprenditore milanese” definitosi davanti alla famiglia italiana di Essé come “padre di Sofia, (ex) compagna di scuola di B. (figlio di Essé), legato a Forza Italia e coinvolto nella campagna dello Ius Scholae”.

Il primo messaggio è arrivato lo scorso 22 luglio da un numero di cellulare del New Jersey appartenente a una certa “Mimi”, la migliore amica della madre togolese di B. (ed ex compagna di Essé). Il primo articolo è invece uscito l’1 agosto. Una settimana di tempo per organizzare al meglio una macchiavellistica campagna mediatica durata fino al 9 agosto. L’ufficio della procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella aveva quindi iniziato a collaborare con i Carabinieri di Moscova dopo “l’assurda” (così l’hanno definita alcuni giornali) segnalazione di Guarnieri. Il resto è storia. Una storia che ricorda molto l’introduzione dell’opera di Marco Bellocchio: “‘Sbatti il mostro in prima pagina’ mette in evidenza gli stretti legami fra stampa, politica e forze dell'ordine, raccontando come un importante giornale possa manipolare l'informazione pubblica e lo svolgersi delle stesse vicende, per cercare di indurre una precisa reazione nell'elettorato.”

APPELLO

Ho contattato Anna Giorgi, la giornalista de “Il Giorno” che fu tra le prime a scrivere di questa storia basandosi sulle informazioni di Guarnieri. “Sei gay, devi curarti, 16enne abbandonato in Africa dal padre: la vacanza diventa esilio”, recitava così il titolo dell’articolo. Conosco il vice-direttore di Giorgi, Armando Stella, da quando lo confondevano al Corriere della sera con il veterano Gian Antonio Stella (quest’ultimo mi aveva menzionato nel libro “Negri, froci, giudei & co. L'eterna guerra contro l'altro”, ed. Rizzoli). Sono certo che i nostri intellettuali non sappiano parlare solo del conflitto israelo-palestinese. Sono inoltre convinto che i giornalisti di “Fanpage” offriranno prima o poi delle scuse pubbliche e sincere. Resto in contatto con il direttore, Francesco Cancellato, e alcuni suoi promettenti, giovani colleghi tra cui Sacha Biazzo, un meticoloso reporter investigativo formatosi anche negli Stati Uniti. Appena si renderanno conto dell’errore, proveranno a riparare i danni provocati dai servizi di Fanpage rispetto a questa vicenda.

Sembra strano ma diverse persone con cui sono in contatto stanno cercando di levare lo spesso velo di ipocrisia che ostacola il rapporto “Italia-Africa”. Guardiamoci invece in faccia e chiediamoci: vogliamo farlo funzionare davvero questo “Piano Mattei”? Per me non è una questione politica (di destra, sinistra, centro, ecc.) ma innanzitutto Storica: su ciò che possiamo imparare dal passato per migliorare il nostro futuro. Ci si riempie di parole come democrazia, difesa dei diritti umani e libertà di stampa. Concetti nobili per cui vale la pena lottare. Ma questa operazione mediatica contro Essé, cittadino italiano da maggio di quest’anno, non l'ho ancora riscontrata neanche nelle peggiori dittature africane. Gli anglofoni la chiamano “character assassination” (assassinio del personaggio): “Uno sforzo deliberato e sostenuto per danneggiare la reputazione o la credibilità di un individuo”. Niente di nuovo o unico e può capitare a tutti in ogni momento. Rubin “Uragano” Carter, Valerie Elise Plame, Jeffrey Wigand, ecc, sono numerose le vittime di tali assassinii a livello internazionale.

Essé è appena ritornato a Milano dopo alcuni giorni nel suo paese d’origine, il Togo. È stato un vero piacere conoscerlo e capire quanto le nostre storie abbiano in comune: luoghi, eventi, amici, familiari. Mi ha detto che deve continuare a lavorare per il suo nuovo bambino “italo-togolese”, altra piccola speranza per il futuro di un’Italia più ricca e integra. Purtroppo digitando: “Togo-padre-figlio-gay” su Google, uscirà per sempre la lunga lista di articoli legati a questa storia. Sto discutendo con alcuni giornalisti “milanesi” per risolvere questa grave serie di “malintesi”. Dovremmo essere pronti a combattere non solo per Essé e suo figlio ma per tutti quelli che amano l’Italia e l’Africa. Ci sarà sempre chi, per varie ragioni, preferirà puntare il dito contro l’individuo invece che contro un’ingiustizia. Anche quelle persone, prima o poi, capiranno.

Caro Essé, come ti ho detto più volte, tu e la tua famiglia non c’entrate niente. Questa brutta esperienza sarebbe potuta capitare a chiunque. Ci tengo quindi ad assicurarti di una cosa sola: da oggi non combatterai più da solo.

Matteo Fraschini Koffi