Economia: La Russia cerca l'Africa
per Avvenire
Boom di investimenti
Nella crescita a due cifre pesano le armi
NAIROBI, Kenya - «Il commercio con i Paesi africani sta continuando ad aumentare. Nel 2014 è cresciuto del 17%, per un valore pari a 12 miliardi di dollari. Nonostante ciò, c’è ancora un enorme potenziale per incrementare la nostra collaborazione ». Le parole di Georgy Kalamanov, vice-ministro russo per l’Industria e il Commercio, confermano la direzione presa dalla nuova strategia economica (e politica) russa: ritornare ad investire nel continente nero.
Da quando infatti l’Unione Sovietica è implosa agli inizi degli anni Novanta, gran parte dei rapporti russo-africani si sono disciolti. Con l’ultimo decennio, però, Mosca ha iniziato nuovamente a tessere relazioni, principalmente commerciali, con quei Paesi di cui aveva sostenuto durante la guerra fredda le locali ribellioni. Mozambico, Angola, Sudafrica, ma anche Namibia, Nigeria, Mali. Stati africani in cui i leader politici della Russia atterrano sempre più frequentemente, accompagnati da decine, a volte centinaia, di uomini d’affari legati a grandi e piccole società russe.
«Nel 2009 il presidente Medvedev è partito per un tour africano che l’ha portato in Nigeria, Namibia e Angola – affermava il quotidiano francese, Le Monde –. È il ritorno della Russia in Africa». In quel viaggio, Medevedev aveva innanzitutto cancellato 20 dei 25 miliardi di dollari di debito che il continente aveva nei confronti dell’ex Unione Sovietica. Non solo. L’ex presidente russo aveva portato con sé oltre 400 uomini d’affari, gran parte dei quali associati alle più grandi imprese russe: Gazprom, Lukoil e Rosatom. Ancora prima, nel 2006, Vladimir Putin aveva visitato il Sudafrica, dando inizio alla nuova politica estera russa dedita al business con l’Africa. «Nel giugno del 2009 è stato creato il Comitato coordinatore della cooperazione economica con l’Africa subsahariana (AfroCom) » spiega Kester Kenn Klomegah, ricercatore indipendente, in un articolo dell’anno scorso intitolato: 'Provando a costruire un ponte con l’Africa'. «L’obiettivo è di aumentare il profilo e l’influenza economica della Russia sul continente africano facilitando e promuovendo il ruolo delle società russe. Fin dalla sua creazione – continua Klomegah –, AfroCom, ideato dalla Camera di commercio della Federazione russa, ha avuto il totale supporto dal governo russo e dalla comunità diplomatica africana».
A ottobre dell’anno scorso, il vice-ministro sudafricano per lo sviluppo economico, Madala Masuku, ha invece firmato un accordo d’intesa con la Russia con l’obiettivo di identificare i settori migliori attraverso cui collaborare, primo fra tutti: quello minerario. «Da una parte possiamo condividere le nostre tecnologie in termini di estrazione. Dall’altra – ha sottolineato il funzionario sudafricano –, siamo interessati alle loro tecnologie legate al trattamento delle risorse minerarie».
Ma il Sudafrica vuole coinvolgere le società russe anche nei dipartimenti dell’aerospaziale, dell’industria farmaceutica e dell’automobilistica. Molte altre occasioni commerciali si stanno presentando invece in Namibia. «Abbiamo bisogno delle aziende russe per la costruzione di impianti elettrici, di gas o anche nucleari » ha recentemente detto Ndali-Che Kamati, ambasciatore della Namibia a Mosca. Un altro settore in cui i russi stanno investendo molto è quello dei prodotti alimentari. «A causa delle sanzioni da parte dell’Unione europea relative alla crisi ucraina – affermano gli esperti –, la Russia è ormai decisa a puntare sull’Africa per cercare altre fonti di cibo».
Da sapere/ Nel giro d’affari da 12 miliardi pesa il business degli addestramenti militari
Uno dei commerci principali tra la Russia e l’Africa resta indubbiamente quello delle armi. Secondo l’analista politico, Eugene Steinberg, «gli armamenti russi costituiscono sempre di più un’alternativa valida a quelli americani». Quando gli Stati Uniti rifiutarono infatti nel 2014 di donare alcuni elicotteri d’attacco Cobra al governo nigeriano, le autorità di Abuja decisero così di cancellare il programma d’addestramento militare statunitense. Con l’aggravarsi della minaccia jihadista di Boko Haram, la Nigeria decise quindi di rivolgersi a Mosca. Ora sono i russi ad addestrare le forze speciali nigeriane. Diversi contratti relativi alla sicurezza e che includono armamenti, logistica e addestramenti, sono stati firmati soprattutto tra la Russia e il Sudafrica durante gli ultimi anni. Inoltre, rimangono molto popolari i grandi aerei russi Antonov 124, utilizzati ultimamente in Mali per molte operazioni legate al trasporto di materiale bellico dall’inizio del conflitto civile nel 2014. (M.F.K.)
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