Sud Sudan: Machar il «ribelle» torna in sella
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per Avvenire
NAIROBI, Kenya - Con un decreto pubblicato venerdì scorso, il presidente sudsudanese, Salva Kiir, ha nuovamente nominato l’ex ribelle, Riek Machar,
come suo primo vicepresidente. Una mossa, a dir poco sorprendente, ma che dovrebbe aiutare il Paese a ritrovare la pace dopo oltre due anni di guerra civile. «Le nostre forze sono pronte a lasciare le loro postazioni sul campo – ha confermato ieri al sito d’informazione Sudan Tribune il generale Malek Reuben Riak, dell’esercito regolare –. Il presidente ha ordinato al mio comando di dare istruzioni ai vari dipartimenti coinvolti nelle preparazioni». Machar, al momento fuori dal Paese, era stato accusato insieme ai suoi sostenitori militari e politici di un «tentativo di golpe». Le violenze, fino a pochi giorni fa ancora in corso, sono iniziate a dicembre del 2013 e hanno provocato 50mila morti e quasi 2 milioni di sfollati. «Riek Machar ha chiaramente dichiarato più volte la sua voglia di tornare in Sud Sudan – ha detto ieri James Gatdet Dak, portavoce dell’opposizione –. Però è prima necessario che la capitale, Juba, sia completamente demilitarizzata per facilitare il ripristino di un governo transitorio di unità nazionale». La tensione sul territorio è comunque ancora altissima. Il conflitto civile, spesso caratterizzato dalla divisione delle due principali etnie, dinka e nuer, è stato marcato da brutali massacri, bombardamenti e continui flussi di rifugiati e sfollati verso le aree più sicure. La fiducia tra le popolazioni e le autorità è infatti ai livelli minimi. «Sono ancora troppi i gruppi di milizie sparsi per tutto il Paese che durante la guerra hanno evitato di ascoltare i comandi dei loro leader politici e militari», affermano gli analisti. Kiir, di etnia dinka, ha dato a Machar (un nuer), una settimana di tempo per tornare a Juba. Sono però molti a dubitare che i due leader siano veramente capaci di ritrovare il modo per lavorare insieme. Il Sud Sudan ha acquistato l’indipendenza dal Sudan nel 2011 dopo circa 50 anni di conflitto civile. Il presidente sudanese, Omar al-Bashir, ha da poco aperto le frontiere con il sud, sebbene durante la guerra sia stato accusato di sfruttare il conflitto per continuare la sua campagna di violenze contro la popolazione sudsudanese. Ricco di petrolio, il Sud Sudan è meta di tante società petrolifere internazionali che vogliono accaparrarsi il potenziale di 300mila barili di greggio al giorno.
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CENTRAFRICA: Oggi al ballottaggio per le presidenziali
Bangui. Comincia oggi il voto di ballottaggio per la presidenza della Repubblica Centrafricana con la speranza di ripristinare democrazia e pace nel Paese. Anicet-Georges Dologuele (che ha ottenuto 24 per cento dei consensi nel primo turno di dicembre) e Faustin-Archange Touadera (con il 19%) sono i due candidati. Dopo anni di scontri, iniziati nel 2012 tra le milizie di ispirazione cristiana e musulmana, il Papa ha visitato a novembre la capitale, Bangui, e negli ultimi mesi le violenze si sono molto ridotte. Ci sono solo state delle irregolarità tecniche al primo turno che hanno ritardato di due settimane il voto do oggi per il ballottaggio.
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