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Mugabe lascia, dopo 37 anni

22 Novembre 2017

Il presidente dello Zimbabwe, dopo 37 anni di dittatura, si è dimesso. «Io, Robert Gabriel Mugabe, ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione dello Zimbabwe, qui formalmente presento le mie dimissioni con effetto immediato». Recitava così la lettera ricevuta ieri dal capo del Parlamento, Jacob Mudenda. «La decisione di dare le dimissioni è mia – proseguiva la missiva letta da Mudenda poco prima di avviare le previste procedure per l’impeachment contro Mugabe – . E scaturisce dalla mia preoccupazione per il benessere della popolazione dello Zimbabwe, e dal mio desiderio per un trasferimento dei poteri liscio e privo di violenza». Decine di migliaia di persone si sono quindi riversate per le strade della capitale, Harare. Per la città si sentivano clacson e cori di giubilo, mentre la gente ballava e si abbracciava. Nonostante il dittatore avesse espresso do- menica scorsa l’intenzione di rimanere al suo posto, la resa del potere era stata annunciata il giorno dopo all’emittente americana Cnn da un ufficiale vicino ai negoziati.

«La lettera di dimissioni è già pronta ed è stata scritta dal presidente e dalla leadership dell’esercito – aveva detto lunedì la fonte –. Robert Mugabe e sua moglie Grace hanno ottenuto in cambio l’immunità e il mantenimento di parte dei loro beni». Finisce così uno dei più longevi governi in Africa subsahariana, insieme a quelli di Gnassingbé Eyadema (1967 2005), Omar Bongo (1967-2009) e Eduardo Dos Santos (1979 2017), rispettivamente gli ex presidenti di Togo, Gabon, e Angola. La strada è ora spianata per l’ex vice-presidente, Emmerson Mnangagwa, il quale dovrebbe prendere il posto di Mugabe entro 48 ore, mentre Mudenda ha assunto il ruolo di capo del governo ad interim. «Stiamo aspettando l’arrivo di Mnangagwa, che non è lontano da qui – ha confermato ieri Lovemore Matuke, deputato dello Zanu-Pf, il partito al governo che aveva espulso domenica Mugabe –. Dovrà prendere il potere e lavorare velocemente per il Paese».

L’ex vice-presidente, 71 anni, soprannominato “il coccodrillo” per la sua pericolosa astuzia, era stato licenziato due settimane fa grazie alle pressioni esercitate dalla ex First Lady. In gioco c’era la conquista della candidatura alle elezioni presidenziali previste per metà 2018. La competizione si era fatta talmente aspra che Mnangagwa aveva accusato Grace Mugabe di averlo avvelenato. Il probabile prossimo leader dello Zimbabwe si era quindi rifugiato nel vicino Sudafrica una settimana prima che l’esercito intervenisse. Mnangagwa potrà adesso tornare vittorioso per riportare stabilità politica al Paese.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 22 novembre 2017 © RIPRODUZIONE RISERVATA