KENYA / «Silvia ancora nella foresta» Interrogatori e ricerche a tappeto
BISSAU, Guinea Bissau - Dal Kenya arrivano notizie discordanti sulle ricerche della volontaria Silvia Romano. Le indagini proseguono senza sosta, ma ancora non si hanno certezze riguardo alla sua liberazione. Secondo le autorità locali, questa drammatica vicenda potrebbe finire entro poche ore.
Altre voci sostengono invece che i sequestratori stiano riuscendo a nascondersi bene nel mezzo della foresta e abbiano l’intenzione di varcare il confine con la vicina Somalia.
«Alcune informazioni mi fanno pensare che i nostri militari abbiano già trovato Silvia», ha confermato ieri ad Avvenire una fonte della polizia nella contea di Kilifi, l’area dove è stata rapita la volontaria. Alcuni testimoni della zona hanno invece affermato di averla vista con almeno tre individui armati. «I sequestratori le hanno messo il niqab (il velo che le lascia scoperti solo gli occhi, ndr) e – ha riferito ieri l’Ansa citando alcune fonti del posto – le hanno tagliato le treccine per mimetizzarla meglio con la popolazione locale». Resta comunque difficile verificare nel dettaglio tali informazioni. Inoltre, l’identità dei rapitori rimane un enigma: c’è chi ha puntato il dito contro un gruppo di criminali comuni, altri contro alcuni membri della popolazione degli Oromo, altri ancora credono sia opera dei jihadisti somali di al Shabaab. Una cosa è certa, i reparti delle forze speciali keniane stanno collaborando in modo molto attivo con l’intelligence italiana per ritrovare al più presto la ragazza e arrestare i responsabili.
La vicenda di Silvia rappresenta ancora una sorpresa per molta gente del posto e per gli stranieri residenti in Kenya. «In pochi si sarebbero aspettati un sequestro in questa zona – afferma alla Ntv, una televisione locale, un commerciante di Chakama, il villaggio dove Silvia è stata rapita settimana scorsa –. Qui siamo nel mezzo del nulla e ci conosciamo tutti». Intanto continuano gli interrogatori della polizia con chiunque abbia avuto un certo coinvolgimento in questa triste storia. Secondo le autorità, per esempio, sono state rilevate utili informazioni grazie al fermo di alcuni parenti dei sequestratori. Per il momento, purtroppo, si resta con il fiato sospeso.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 30 novembre 2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA