Il vodù, da leggenda a realtà

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Foto: Un devoto del vodù in preghiera durante il vodù festival che si tiene ogni anno a Ouidah in Benin (Reuters Pictures)


Laser
Giovedì 03 marzo 2016 alle 09:00
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Il vodù è per molti la più complessa e antica religione al mondo. Mentre le origini si trovano nella regione costiera del Benin, con il periodo della schiavitù il vodù ha iniziato a viaggiare verso le Americhe, evolvendosi e trasformandosi. Ma negli anni novanta, un gruppo di religiosi, politici, e intellettuali beninesi, ha deciso di ufficializzare tale religione e istituire un festival annuale che si tiene il 10 gennaio nella città di Ouidah.

Associato troppo spesso a mistero, esoterismo, e stregoneria, il vodù è tanto vittima quanto carnefice della sua percezione distorta e assai semplicistica. L’ardua impresa di numerosi fedeli e studiosi contemporanei è quindi quella di sconfiggere i pregiudizi, riproponendo il vodù attraverso una prospettiva molto più realistica. Nonostante ciò, gli ostacoli sono molti.

Alessandra Brivio insegna antropologia all’Università Statale Bicocca di Milano ed è una delle pochissime specialiste in materia di religione vodù. Nel suo libro, “Il vodù in Africa, metamorfosi di un culto”, analizza le forme di vodù praticate sulla costa in Togo e Benin. Il beninese Modeste Zinsou è stato invece per nove anni guardiano del tempio del pitone, tra i più importanti siti storici e religiosi della città di Ouidah. Con i recenti sforzi fatti per rendere il vodù più comprensibile al mondo, si è però creata una frattura: tra i vari capi spirituali della storia del vodù, l’ultimo è infatti morto senza lasciare precise istruzioni rispetto al suo successore, ed è così che da anni due cugini si contendono tale ruolo. Il capo spirituale Dada Daagbo Hounon Hounan II spiega quale sia la sua responsabilità.

 

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance