Sud Sudan - L'Onu: cinquantamila vittime in 2 anni
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Foto: Sud Sudan: caos e violenza (Ansa)
per Avvenire
Il bilancio è drammatico. Secondo un funzionario delle Nazioni Unite, sono «almeno 50mila»
le persone ad essere rimaste uccise in due anni di guerra civile in Sud Sudan.
Una cifra cinque volte maggiore rispetto alle stime di un anno fa. «Sono 50mila i morti, probabilmente di più, e 2,2milioni tra rifugiati e sfollati – ha detto sotto anonimato un funzionario del Palazzo di Vetro a New York–. Non siamo neanche sicuri se si riuscirà a firmare l'accordo di pace previsto agosto». per La guerra civile, iniziata a dicembre 2013, continua infatti a mietere vittime. Nonostante il presidente sudsudanese, Salva Kiir, sembri disposto a riappacificarsi con il suo ex vice-presidente, Riek Machar, lo scetticismo è ai massimi livelli. Machar, di etnia nuer, non sembra intenzionato a tornare nella capitale, Juba. Kiir, un dinka, sembra promettere riconciliazione, ma dietro le quinte spinge per isolare il suo avversario. «Entrambe le parti stanno uccidendo, rapendo, distruggendo abitazioni e facendo fuggire i civili», aveva sottolineato un rapporto dell'Onu del mese scorso. Dopo una serie di negoziati falliti, si era raggiunta un'intesa: formare un «governo di transizione e di unità nazionale ». Ma il funzionario Onu ha ammesso che i suoi colleghi sul campo stanno vedendo come «il conflitto si stia espandendo attraverso divisioni etniche in altre parti del territorio». Un'inchiesta del personale all'interno di un centro per la protezione di sfollati (Poc) a Malakal, nel nord del Paese, ha invece affermato ieri che «oltre 40 civili sono rimasti uccisi e 90 feriti» durante gli scontri del 17 febbraio scorso. «La protezione dei civili e la fornitura di aiuti umanitari – ha detto Raquel Ayora, direttore delle operazioni di Medici senza frontiere (Msf) – possono realizzarsi soltanto se ci sarà un cambiamento nella condotta delle ostilità da parte di tutte le parti del conflitto».
Msf ha perso due dei suoi operatori locali in seguito alle violenze nel Poc provocate da sfollati di etnia differente e da alcuni soldati governativi. Malgrado tale crisi politica, il Sud Sudan è entrato ieri a far parte della comunità degli Stati dell'Africa orientale insieme a Kenya, Ruanda, Burundi, Tanzania e Uganda.
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