TRAFFICO DI PALISSANDRO DALL'AFRICA ALLA CINA

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DAKAR, Senegal - Nonstante leggi, convenzioni internazionali e cambi di governo, il traffico di palissandro tra Senegal e Gambia continua senza sosta verso la Cina. Secondo un recente studio, si tratta di un commercio illegale che vale centinaia di milioni di dollari e che coinvolge i piu’ alti vertici politici dei Paesi in questione . Servizio del nostro collaboratore dall’Africa, Matteo Fraschini Koffi.

 Il legname che sanguina. E’ stato definito cosi’ il traffico di palissandro in un rapporto dell’Agenzia investigativa ambientale che ha studiato le esportazioni di tale risorsa dal Senegal alla Cina, passando per il porto di Banjul, in Gambia. Negli ultimi 8 anni, infatti, sono stati segati nella regione meridionale senegalese della Casamance oltre 1milione600mila alberi, circa 500 esemplari al giorno per un valore di almeno 440 milioni di dollari complessivi. Un processo che viola la Convenzione internazionale del commercio delle specie minacciate di flora e fauna. Sono coinvolti criminali, ribelli del Movimento indipendentista delle forze democratiche della Casamance, e funzionari politici senegalesi e gambiani. Iniziato sotto l’ex brutale dittatore gambiano, Yaya Jammeh, tale traffico continua con Adama Barrow, nuovo presidente dal 2017. Il rapporto, intitolato “Riscutere nel caos” ha infatti accusato l’attuale ministero dell’ambiente gambiano di essere complice del traffico. Nonostante i divieti pubblicamente imposti da Barrow e dal presidente del Senegal, Macky Sall, centinaia di alberi di palissandro vengono ancora segati e abbattuti. Il legname raccolto in vari villaggi nel nord della Casamance viene poi nascosto nei camion che vanno verso il Gambia. Arrivato al porto, diverse societa’ di trasporto cinesi attendono la merce per l’esportazione.

Matteo Fraschini Koffi per RSI - 7 giugno 2020

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance