L’Africa cerca l’unità sui listini
L’Africa cerca l’unità sui listini
per Avvenire
Brvm è una super-Borsa che raggruppa otto Paesi dell’area occidentale
LOMÉ ( TOGO) - Alcuni l’hanno definito un paradosso finanziario. Sebbene la Nigeria sia stata recentemente promossa al grado di più grande economia dell’Africa, la sua Borsa valori, il Nigerian stock exchange (Nse), ha invece registrato la peggiore performance al mondo durante l’ultimo trimestre. A inizio novembre il naira, la moneta locale, ha avuto uno forte deprezzamento rispetto al dollaro. La Banca centrale nigeriana è intervenuta per invertire tale svalutazione, ma con la prima settimana di novembre circa 8 miliardi di dollari sono stati cancellati dal mercato nigeriano. Una delle principali cause di questa ingente perdita è legata ai prezzi del petrolio, i più bassi dal 2011. Nonostante ciò, le Borse africane rappresentano una nuova e interessante opportunità per gli investitori locali e stranieri. «La creazione delle borse valori in Africa può incoraggiare il risparmio nazionale e aumentare la quantità e qualità degli investimenti – afferma uno studio pubblicato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) –. Lo sviluppo di un mercato dei capitali è stato il fattore centrale per i programmi liberali nella maggioranza delle economie nazionali africane».
Ci sono 29 borse in Africa legati ai mercati finanziari di 38 Stati. La Borsa valori più importante è senza dubbio quella sudafricana, il Johannesburg stock exchange ( Jse). Con una capitalizzazione di 903 miliardi di dollari nel 2012, il Jse è considerato dagli esperti come «il cancello d’entrata finanziario del continente africano».
Il Nairobi stock exchange (Nse) è stato invece ufficialmente fondato negli anni ’50, prima che il Kenya conquistasse l’indipendenza dagli inglesi e quando agli africani e asiatici era ancora vietato di commerciare in azioni. Un diritto che per molti anni era destinato solo agli europei residenti nel Paese. Sebbene assai più modesto del Jse, nel corso degli anni Novanta la performance del Nse è stata classificata in almeno una circostanza come la migliore al mondo. In quel periodo la borsa keniana aveva registrato un ritorno in dollari del 179%. I mercati africani stanno inoltre dirigendosi verso una maggiore integrazione finanziaria tra i differenti Stati. «Dopo 15 anni, la Borsa regionale dei valori mobili (Brvm) ha un bilancio piuttosto positivo – ha spiegato recentemente Paul Derreumax, fondatore della Bank of Africa, parlando di questa 'super-Borsa' che raggruppa 8 Paesi dell’Africa occidentale. «Nonostante le critiche riguardo alla lentezza dei suoi progressi e alle debolezze di funzionamento la Brvm – continua Derreumax – ha forti ambizioni e una grande fiducia nell’avvenire dell’istituzione». Il potenziale delle Borse africane resta infatti uno degli argomenti chiave per lo sviluppo del continente. Ma tale svolta avverrà solo se si attueranno le politiche necessarie a un buon funzionamento di qualsiasi stock market. «Le Borse in Africa hanno soprattutto bisogno di un’economia più stabile, di un organo supervisore credibile, e di solidi sistemi elettronici per commerciare i titoli – sono le conclusioni del rapporto promosso dal Fmi –. I mercati dei capitali africani potrebbero rappresentare la più importante fonte di finanziamenti a lungo termine per il Continente».
SUDAFRICA - A Johannesburg il mercato trainante
«Il Sudafrica offre agli investitori una crescita dei mercati da pionieri, ma con più liquidità di denaro, una grande quantità di dati e migliore trasparenza», afferma l’entusiasta Jan Schalkwijk, consigliere finanziario per l’Africa capital group di base a San Diego, negli Stati Uniti. Quello sudafricano, aggiunge, è il mercato dei capitali più maturo del continente. Nato nel 1887, all’epoca delle grandi scoperte di giacimenti d’oro nel Paese, il Johannesburg stock exchange (Jse) fu inizialmente pensato da Benjamin Minors Woolan, un uomo d’affari inglese. Ora la Borsa sudafricana, con una capitalizzazione di oltre 900 miliardi di dollari, copre il 90% del valore azionario dell’Africa subshariana.
Mentre le società quotate al Jse sono circa 500. Grazie all’annuncio di «un enorme sviluppo delle infrastrutture», i prezzi dei titoli relativi alle società di tale settore sono aumentati notevolmente.
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