«Per vendicarsi Parigi continua con la sua avanzata economica»
Lomé (TOGO) - «La prima cosa che mi viene in mente pensando al franco Cfa non è la moneta, ma il sistema. Un sistema monetario che è stato innanzitutto imposto dai nazisti tedeschi alla Francia quando l’hanno occupata durante la Seconda guerra mondiale , e poi riprodotto dalla Francia in Africa ». Kmal Radji, artista e attivista politico beninese, non ha paura di mostrare il suo disprezzo per la controversa moneta. Da anni canta e organizza manifestazioni nella città di Cotonou per contrastare il potere di Parigi non solo in Benin, ma in altri Stati dell’Africa. «Invece di fare la guerra armata contro le sue ex colonie per minacciare la loro indipendenza – afferma –, la Francia ha deciso di farci una guerra monetaria».
Le autorità africane si sono a volte ribellate alla moneta?
Il primo leader a ribellarsi è stato Ahmed Sékou Touré in Guinea (Conakry), e sappiamo come è andata a finire. La Francia si è vendicata. Per destabilizzare la Guinea e cercare di far cadere l’ex presidente guineano, Parigi ha introdotto un’enorme quantità di monete false locali distruggendo così l’economia del Paese. Dal 1960 a oggi, gran parte della nostra povertà è causata da questa politica monetaria francese.
Pensa quindi che il franco Cfa sia uno dei fattori legati al mancato sviluppo economico africano?
Non è che lo penso, è un fatto oggettivo. Basta guardare agli Stati come Ghana e Nigeria. Hanno la loro moneta e sono da tempo le più grandi economie dell’Africa occidentale. Hanno un grande potere d’acquisto rispetto ad altri Stati della regione, oltre a una maggiore produzione locale e a un desiderio di creare opportunità per arricchirsi. Il potere d’acquisto del Ghana, per esempio, è più forte di quello di tutti e 14 i Paesi che utilizzano il franco Cfa.
In che modo cambierebbe la situazione se riuscirete ad abbandonare questa moneta?
Se tutti i 14 Paesi, ex colonie, anzi, tuttora colonie della Francia, trovassero il modo di avere la propria moneta, la nostra economia inizierebbe a correre e i giovani che escono dalle università potrebbero avere finanziamenti dalle banche. Ma la nostra moneta si trova in Francia ed è Parigi che decide quando e come possiamo spendere. Per tutto quello che vogliamo fare con il denaro, necessitiamo dell’approvazione della Francia. Non è più accettabile che nel 21esimo secolo ci si ritrovi in condizioni di tale povertà.
Quali sono, però, le responsabilità dei governi africani rispetto al continuo utilizzo del franco Cfa?
Tutti i leader africani che nella storia hanno sollevato la questione del franco Cfa sono stati assassinati dalla «Françafrique » (termine usato per definire la speciale relazione tra la Franca e l’Africa, ndr), o spodestati con la forza. Le faccio alcuni esempi: Laurent Gbagbo, l’ex presidente della Costa d’Avorio, aveva menzionato l’abbandono del franco Cfa. Da otto anni si trova però alla Corte penale internazionale e, in seguito al conflitto civile in cui è intervenuta la Francia, è stato messo al potere Alassane Ouattara, grande amico di Parigi. Altri hanno espresso l’intenzione di eliminare tale moneta: Thomas Sankarà, il leader Burkinabé assassinato nel 1987; Sylvanus Olympio, il primo presidente togolese assassinato nel 1963; Mathieu Kérékou, l’ex leader del Benin, il quale ha subito vari tentativi di golpe tra cui quello del 1977 lanciato dal mercenario francese, Bob Denard. Tutti i leader africani che parlano contro il franco Cfa rischiano la loro vita.
Quale iniziative sono state fatte dalla popolazione africana che vuole liberarsi del franco Cfa?
Una delle cose su cui abbiamo maggiormente puntato è l’organizzazione di proteste e manifestazioni contro la moneta. Ci sono stati diversi eventi in questi ultimi anni in vari Paesi del continente africano. Ma ora puntiamo all’internazionalizzazione di tale tema. Vogliamo che si parli in tutto il mondo dei danni causati dal franco Cfa in Africa.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 25 gennaio 2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA