Massacrati duecento militari del Kenya
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per Avvenire
Da NAIROBI - Secondo il presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamoud, l’attacco del mese scorso lanciato dai jihadsti di al-Shabaab a El Adde, Somalia meridionale, ha causato 200 morti.
Se confermata, tale cifra rappresenterebbe il più sanguinoso massacro compiuto dal gruppo ribelle nel Paese. «Non è facile quando quasi 200 soldati venuti per aiutarci muoiono in un solo giorno», ha rivelato ieri Mohamoud alla Somali cable TV. I militari delle Kenyan defense forces (Kdf) sono stati attaccati dagli shabaab lo scorso 15 gennaio. Come d’abitudine, l’esercito kenyano ha negato. «Non ho mai parlato di numeri con i media – ha protestato ieri David Obonyo, portavoce delle Kdf –, mi dissocio quindi dalle parole del presidente somalo». Da quando il Kenya è entrato in campo in Somalia nel 2011 e si è unito alla Missione di pace nel Paese (Amisom), l’azione jihadista sul terreno si è trasformata in guerriglia e ha abbandonato la capitale somala, Mogadiscio. «Recentemente gli insorti hanno però preso di mira un ristorante in spiaggia e un aereo – affermano gli analisti –, la situazione a Mogadiscio sembra quindi peggiorare con un salto di “qualità” negli obiettivi». Entrambi gli attacchi hanno provocato 21 morti. Ieri, invece, un razzo sparato verso il Parlamento ha ucciso 4 persone e ne ha ferite almeno otto: «Tra le vittime c’era una madre e i suoi due figli», ha confermato la stampa.
Il terrificante bilancio dell’attacco avvenuto il mese scorso, è stato rivelato dal presidente a Mogadiscio, l’esercito di Nairobi però nega
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