MOZAMBICO/«Il prestito nascosto», la maxi-truffa che ha rubato la crescita
Lomé ( Togo) - Il 'prestito nascosto'. È stato definito così il più grande scandalo finanziario nella storia del Mozambico. Oltre due miliardi di dollari sono infatti scomparsi in circa quattro anni. Tra i principali colpevoli c’è Manuel Chang, ex ministro mozambicano delle finanze , al momento imprigionato in Sudafrica mentre lotta per non essere estradato negli Stati Uniti o rimpatriato in Mozambico. Ma sono coinvolti anche banchieri del Credit Suisse, alcuni politici mozambicani e altri personaggi di cui non sono stati resi noti i nomi.
In totale, 18 individui sono accusati di «corruzione, frode fiscale, riciclaggio di denaro e truffa online». Un caso di associazione internazionale per delinquere le cui dinamiche sono ancora da chiarire. «L’arresto di Chang è stata una sorpresa per i mozambicani », ha affermato alla stampa Jorge Matine, ricercatore presso il Centro per l’integrità pubblica nella capitale, Maputo. «Dall’inizio dello scandalo le imprese hanno chiuso, la disoccupazione è aumentata e gli investimenti stranieri sono diminuiti. Gli americani dell’Fbi sono solo il primo passo – è convinto Matine –, secondo me arriveranno denunce anche da altri governi che hanno investito».
Il meccanismo era piuttosto semplice. Gli incriminati utilizzavano il denaro di investimenti stranieri per finanziare società locali che non lavoravano. I contratti stipulati, spesso legati a progetti nel settore marittimo, venivano quindi gonfiati per trarne ingenti commissioni. Proprio per questo l’economia mozambicana, sebbene promettesse bene grazie alle scoperte energetiche recentemente trovate nelle acque dell’Ocea- no indiano, faticava a decollare. Tanto che il Paese africano aveva chiesto l’aiuto del Fondo monetario internazionale (Fmi). I primi sospetti sono nati quando tale aiuto è stato rifiutato.
«Incarcerare i colpevoli non servirà a molto se il denaro non verrà recuperato – ha commentato lo scorso mese Joaquim Chissano, ex presidente del Mozambico –. È quindi necessario che il dipartimento di giustizia locale lavori con le autorità statunitensi e sudafricane per ritrovare i soldi». Chang, arrestato lo scorso 29 dicembre nell’aeroporto internazionale di Johannesburg, sembra sia solo la punta dell’iceberg.
Insieme al suo, sono stati fatti i nomi di tre banchieri del Credit Suisse: Andrew Pearse, Surjan Singh e Detelina Subeva, arrestati a Londra e scarcerati sotto cauzione. Una parte dei fondi che avevano raccolto transitava dagli Stati Uniti. «Nessuna azione è stata avviata contro Credit Suisse – recita una nota della banca svizzera –. Le accuse sono state mosse contro dei nostri ex impiegati che hanno operato per eludere i controlli, arricchirsi personalmente e nascondere tali attività alla banca». Un altro individuo reso noto è Jean Boustani, un uomo d’affari libanese, arrestato all’aeroporto Jfk di New York. «Quest’anno ci saranno le elezioni presidenziali in Mozambico – affermano gli analisti –. Lo scandalo influenzerà di certo la scelta del prossimo leader».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 6 febbraio 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA