Centrafrica, una luce per i bambini

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CENTRAFRICA - «Estensione della copertura sanitaria gratuita di qualità da Bangui alla prefettura di Lobaye». È questo l’obiettivo della Onlus comasca “Amici per il Centrafrica”. Un lavoro arduo supportato dai finanziamenti della Conferenza episcopale italiana (Cei) con i fondi dell’8xmille destinati a uno dei Paesi più martoriati del continente nero.

Da quando il Centrafrica ha subito l’ennesimo colpo di Stato nel marzo 2013, il governo di Faustin- Archange Touadera, eletto nel 2016, rimane alla mercé di un continuo vortice di violenze. La capitale, Bangui, sembra essere l’unica area relativamente governata dalle autorità locali e le forze dell’Onu. Le violenze, però, sono tristemente “regolari”. Mercoledì sera, infatti, sono rimaste uccise almeno 11 persone in scontri tra miliziani e commercianti nel quartiere “Pk5”. «I combattimenti sono tuttora in corso – hanno affermato ieri fonti religiose e della sicurezza – . A una delle moschee del quartiere sono stati consegnati 16 cadaveri». Tra i settori maggiormente danneggiati dal conflitto civile, spesso legato a complesse dinamiche economiche e religiose, c’è sicuramente quello sanitario. «Lavoriamo ogni giorno in una realtà di vera a propria emergenza», afferma l’Onlus fondata da Carla Pagani, il cui progetto umanitario è operativo nel Paese dal 2017.

«Il profondo peggioramento delle condizioni di vita ha contribuito all’aumento della mortalità generale. Infatti – continua l’associazione –, ci stiamo focalizzando sulle cure infantili legate a malattie diarroiche e infezioni respiratorie acute». I regolari scontri tra i gruppi armati dell’ex

coalizione Seleka, principalmente musulmana, e le forze di auto-difesa “anti-balaka”, composte soprattutto da cristiani, hanno gettato il Centrafrica in un abisso di violenze. L’intero territorio resta un teatro di massacri e ruberie di cui è particolarmente vittima la popolazione civile.

Anche le agenzie umanitarie, quelle rimaste, sono ostacolate da uccisioni e rapimenti. Le più gravi sofferenze riguardano i bambini. «La malnutrizione acuta è tra le prime cause di morte per i minori di cinque anni – sotiene la Onlus comasca –. Il nostro centro sanitario “Mama Carla” a Bangui cura circa 20mila bambini anche per le principali patologie locali come ma-laria, scabbia, gastroenteriti, parassitosi». Il centro si occupa inoltre di formazioni per il personale medico locale, collegamenti con medici stranieri attraverso la telemedicina, e «attività di prevenzione e presa in carico olistica del paziente HIV positivo». L’incapacità del governo e della Missione onu nel Paese (Minusca) di ripristinare una parvenza di stabilità rema purtroppo contro a tutti i buoni propositi delle agenzie umanitarie. Settimana scorsa, invece, è stato confermato il ritorno a Bangui di François Bozizé, ex presidente centrafricano. Tale novità rischia di aggravare ulteriormente le dinamiche politiche in vista delle elezioni presidenziali che si dovrebbero tenere tra un anno. Per ora, gli innumerevoli tentativi di dialogo tra i ribelli e le autorità continuano a minare una riconciliazione nazionale che, in Centrafrica, sembra ancora lontana dall’avverarsi.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 27 dicembre 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: avvenire cronaca

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance