ESreverSE_7 - Il "Pinocchio" della Farnesina

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A gestire i contatti tra la stampa e l’ambasciata italiana ad Accra (Ghana), un funzionario della Farnesina

residente a Roma e con un nome “da spettacolo”.

LOMÉ, Togo – Caro Essé, mentre aspettiamo con pazienza che le autorità, la stampa, i parenti e gli amici tirino le loro conclusioni rispetto alla tua “disavventura mediatica”, volevo condividere con te una mia breve esperienza. Vent’anni fa sono andato a vivere a Berlino. Avevo bisogno di lasciare l’Italia e preparare il mio ritorno in Togo. Tra le varie ragioni che mi spinsero a scegliere la capitale tedesca per un anno c’era il desiderio (utopico) di incontrare Markus J. Wolf. Non ti preoccupare, so che non lo conosci. E credimi, anche molti tuoi coetanei (italiani e togolesi) non l’hanno mai sentito nominare.

Wolf, numero due della Stasi (servizio segreto della Germania Est), era soprannominato “l’uomo senza volto”. Sono riuscito a “incontrarlo” a Milano alcuni anni prima. Il suo volto stava sulla copertina dell’autobiografia che riposava tra gli scaffali di casa di un caro amico e giornalista. Ti parlo di Wolf perché conoscere i veri volti di chi ci sta attorno dovrebbe essere l’obiettivo pricipale della nostra esistenza. Torniamo quindi al tuo caso. Come ti ho sempre detto non dobbiamo tanto focalizzarci su cosa ti stia succedendo o su chi te lo stia provocando, manipolando la difficile relazione tra te e tuo figlio 16enne di nome “B.”. Dobbiamo invece focalizzarci sul PERCHÉ ti stia succedendo.

Una delle persone che potrebbe aiutarci in questo processo si chiama Davide Marotta. No, non l’attore del film “Pinocchio” di Matteo Garrone, fotografato tempo fa tra le braccia di Massimo Ceccherini (auguri di buon compleanno in anticipo). Il suo omonimo è invece un funzionario della Farnesina. La persona che alcuni media hanno contattato per raggiungere l’ambasciata italiana ad Accra. DM ha un titolo, e ricopre un ruolo, particolare: “Capo Ufficio I della Direzione Genenerale della diplomazia pubblica e culturale dal 3 gennaio 2022; dal 1° aprile 2022 anche con le funzioni vicarie del Vice Direttore Generale/Direttore Centrale per la Comunicazione [...]; Capo Uff. III della Dir. Gen. diplomazia pubblica e culturale, 1° gennaio 2024”. Un titolo lungo insomma.

Pur non ricordandomi di averlo mai incrociato a Berlino dove ha prestato servizio in ambasciata verso il 2007 (ho iniziato la mia vita in Africa nel 2005 ma tornavo a Berlino ogni anno, almeno fino al 2015, quando la capitale tedesca ha cominciato a "omologarsi" a molte altre realta' europee), ho scoperto che abbiamo diverse conoscenze in comune. Per questo mi sono sentito libero di scrivergli (attendo ancora una sua risposta). La Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e culturale (DGDP) per cui lavora è invece una “giovane” agenzia del Ministero degli Affari esteri. Si occupa di...francamente non lo so con esattezza, comunque qualcosa su internet si trova. Al di là di ruoli e titoli, Marotta si sta forse rendendo conto di aver commesso alcuni errori. Tra quelli principali, il non aver gestito i media con maggiore cautela. E se neanche lui comprende questa certezza, allora non ci resta che riflettere.

SIOI

Ma io ho fede in Marotta. Ha quasi 50 anni e una carriera interessante. Risulta persino tra gli “ex alunni” della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), “un ente privato e indipendente fondato il 4 ottobre 1944 grazie al supporto di Alcide De Gasperi”. La SIOI “ha come finalità istituzionale la ricerca e lo studio su temi dell'organizzazione e cooperazione internazionale e [...]. Oltre alle attività di formazione e promozione in ambito internazionalistico, la sezione porta avanti numerose collaborazioni con l'Università degli Studi di Torino”.

Come ho scritto negli episodi precedenti, “ESreverSE” sta scoprendo una machiavellica rete di individui pronti a spingere la propria “agenda LGBT”, usando tutti i mezzi possibili. Ho quindi cercato informazioni che dimostrassero un legame diretto tra la SIOI e la comunità dei presunti “difensori dei diritti civili” in Italia (e non solo).

Questo è il primo articolo che ho trovato: “Delegato ONU per i giovani in Italia: oggi Pietro Fochi e Fiorella Spizzuoco continuano i lavori della Terza Commissione della UNGA. Scritto da Relazioni Esterne il 03/10/2018. [...] arrivo a New York attraverso i loro racconti: ‘Siamo partiti da Roma, dove sotto l’attenta guida di tutto lo staff della SIOI abbiamo seguito un percorso di formazione guidato in preparazione della nostra partenza’. [...] Tra i temi in agenda, i diritti e l'empowerment delle donne women, il peacekeeping e la R2P, la lotta alla pena di morte deathpenality e quella alle violenze sulla comunità LGBTQI e [...]”.

GHANA

Ad Accra, invece, non so quali siano le intenzioni di Daniela d’Orlandi, la nostra ambasciatrice-uscente. O di Gabriele Palermo, giovane funzionario del Consolato. Non so neanche quali saranno gli ordini per Laura Ranalli che a breve dovrebbe sostituire d’Orlandi e gestire questa patata bollente. Immagino si stiano organizzando facilmente anche perché hanno una cosa in comune con Marotta: sono pure loro ex alunne della SIOI. Speriamo quindi che un migliore coordinamento possa portare chiarezza.

Caro Essé, come sai gli attacchi mediatici possono generare nelle vittime attacchi di panico, ansia e stress, davvero inutili in un mondo già abbastanza complesso. Come gli altri cittadini ordinari non hai i mezzi per contestare davanti a milioni di persone le false accuse con cui gran parte della stampa italiana ti ha ricoperto (Lilli Gruber, per esempio, sembrava sinceramente stupita dagli attacchi nei suoi confronti: https://www.youtube.com/watch?v=aMrxp56w3SQ).

Ripensando al primo “ESreverSE”, capisco oggi che mi sbagliavo su una cosa: non si tratta di un “malinteso tra Milano e Lomé” (https://matteofraschinikoffi.com/index.php/blog-news/741-esreverse-il-lato-b-di-un-malinteso-tra-lome-e-milano). Tu e i tuoi cari siete rimasti vittime di qualcosa che forse va oltre l’operazione mediatica? Un’operazione che pochi possono o vogliono comprendere e ancora meno denunciare? Prima o poi, ne sono certo, lo scopriremo. Come usava dire James Jesus Angleton, arcinemico di Markus Wolf: “Solo la verità ci renderà liberi”.

Matteo Fraschini Koffi

 

Tags: migranti attualità

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance