L'Africa vende i suoi boschi a grandi compagnie private
LOME', Togo - Viene spesso definita la «nuova colonizzazione verde». Sono sempre più rumorose le proteste
contro governi o privati che prendono in gestione milioni di ettari di foreste africane per investirli nei crediti di carbonio. L’ultimo caso riguarda la Liberia dove il presidente uscente, George Weah, sembra pronto ad aggiudicarsi un nuovo mandato. «Sono in atto possibili violazioni dei diritti delle popolazioni locali», protestano una parte della società civile liberiana e gli ambientalisti. «Solo alcune delle regioni legate all’accordo sono classificate come aree protette. Il resto, invece – sostengono in molti –, è costituito da terreni sottoposti a regimi patrimoniali di vario genere». La Liberia è pronta a cedere il controllo di quasi un decimo del suo territorio nazionale a Blue carbon llc, un’azienda con sede a Dubai e che fa capo a Ahmed Dalmook al Maktoum, ultimo figlio del leader emiratino, Mohammed al Maktoum. L’accordo prevede la gestione di circa un milione di ettari per i prossimi 30 anni che saranno commercializzati attraverso i certificati di crediti di carbonio. I dettagli sono elencati in un documento che le autorità di entrambi i Paesi preferiscono tenere segreto. «Sebbene il mercato dei crediti di carbonio esista da vari anni – affermano gli esperti –, gli accordi firmati tra governi e aziende private sono aumentati in maniera esponenziale». Gli ambientalisti e alcuni parlamentari liberiani hanno affermato che tale accordo potrebbe violare numerose leggi nazionali legate al diritto della terra e delle comunità in loco. «Molti abitanti di queste aree non sanno cosa stia succedendo – spiegano i leader del Partito del popolo liberiano (Lpp) dell’opposizione –. Sono minacciate le vite di migliaia di cittadini che abitano da sempre nelle zone rurali del nostro Paese». In attesa della Cop 28 prevista tra due settimane a Dubai, Blue carbon llc ha comunque intenzione di accaparrarsi oltre 24 milioni di ettari in almeno altri 4 Stati africani: Zambia, Zimbabwe, Tanzania e Kenya. «Questo mercato verde è una miniera d’oro per la nostra economia – ha dichiarato di recente William Ruto, presidente del Kenya –. È la nostra prossima risorsa naturale da esportare all’estero». L’Africa è responsabile di meno del quattro per cento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Il continente resta però una delle regioni più colpite dalle drammatiche conseguenze del cambiamento climatico. La maggior parte dei crediti di carbonio in Africa proviene dalla protezione delle preziose riserve forestali che stanno attraendo investitori da ogni angolo del mondo.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 17 novembre 2023 © Riproduzione riservata