La raffineria che può far svoltare l’Africa
DAKAR, Senegal - «La raffineria del Gruppo Dangote cambierà per sempre il volto del continente africano». Titolava così l’influente settimanale “Jeune Afrique” poco dopo l’inaugurazione di fine maggio
della più grande raffineria a treno singolo al mondo. Il miliardario nigeriano, Aliko Dangote, ha finalmente aperto la sua raffineria a Lekki, località vicino a Lagos, capitale commerciale del Paese. I numeri: «Venti miliardi di dollari, 650mila barili al giorno – spiega un comunicato del Gruppo Dangote –. Quotidianamente verrano prodotti 53 milioni di litri di benzina, oltre a 4 milioni di litri di gasolio, e 2 milioni di litri di carburante per gli aerei».
Dopo sette anni di lavori, la Nigeria dovrebbe diventare il maggiore produttore di petrolio raffinato del continente. Per il momento le esportazioni sono previste in Africa occidentale e centrale, anche per questo il neoeletto presidente nigeriano, Bola Ahmed Tinubu, ha annunciato l’eliminazione progressiva dei sussidi per la benzina. Il paradosso nigeriano, costretto a esportare petrolio crudo per poi ricomprarlo raffinato, rappresenta oggi un esempio di come l’equilibrio energetico mondiale sta cambiando. Un gran numero di prodotti petroliferi raffinati sono importati in Nigeria da Paesi come India, Belgio, Emirati Arabi Uniti e Paesi Bassi.
«Il 40 per cento della capacità di questa raffineria è destinato all’export – affermano gli analisti –, il resto verrà utilizzato per gli oltre 210 milioni di nigeriani che potrebbero vedere i costi della benzina abbassarsi nel futuro prossimo». Tale progetto ha avuto un investimento del 20 per cento proveniente dalla Nigeria national petroleum corporation (Nnpc), la società petrolifera statale. «Quasi metà del petrolio prodotto lo raffineremo presso il gruppo Dangote – ha dichiarato alla stampa Mele Kolo Kyari, a capo della Nnpc –. Il nostro paese riuscirà quindi a risparmiare circa 23 miliardi di dollari in petrolio raffinato che abbiamo speso nel 2022».
Tra i più importanti esecutori di questo mastodontico progetto energetico c’è anche un italiano, Giuseppe Surace, a capo delle operazioni. «La nostra nuova raffineria è il progetto più ambizioso del suo genere mai visto in Africa – ha commentato Surace alla stampa nigeriana –. Abbiamo lavorato con gente in grado di superare con successo le sfide sul terreno, nonché il volume e le dimensioni dei componenti di costruzione ». I lavori hanno compreso anche la costruzione del Lekki deep sea port da 1,5 miliardi di dollari. È il più grande porto in Nigeria e uno dei più grandi dell'Africa occidentale di proprietà della China harbour engineering company e del Tolaram group. Il porto di Lekki avrà la capacità di spostare circa «6 milioni di container (teu) e sarà dotato di navi in grado di trasportare oltre 14,500 container».
Finita la cerimonia di inaugurazione, un giornalista ha approcciato l’uomo d’affari nigeriano che, con la sua solita semplicità e modestia, alla domanda «rifarebbe un progetto del genere?», Dangote ha risposto: «No!».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 7 giugno 2023 © RIPRODUZIONE RISERVATA