In Nigeria il nuovo presidente è Tinubu Ma i conti ancora una volta non tornano

nigeria-map.jpg

DAKAR, Senegal - I conti non tornano, letteralmente. Prima dell’alba di ieri, Bola Tinubu è stato dichiarato dalla Commissione elettorale indipendente nigeriana (Inec) vincitore

delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso sabato con il 36 per cento dei voti. Con quasi 9 milioni di elettori a suo favore, il candidato dell’All progressives congress (Apc), partito al potere, si è portato a casa una vittoria alquanto controversa. « Non avevamo previsto la pubblicazione dei risultati definitivi così presto – ha ammesso ieri ad Avvenire un osservatore elettorale dell’Unione Europea –. Nello Stato federale nordorientale del Borno, afflitto dall’estremismo islamico, credevamo ci volesse almeno un altro giorno per ottenerli».

Invece, Mahmood Yakubu, presidente dell’Inec, ha dichiarato Tinubu vincitore con 8.794,726 di voti. Inoltre Tinubu avrebbe raccolto almeno il 25 per cento dei voti espressi in 30 dei 36 Stati federali nigeriani e ha ottenuto oltre il 25 per cento nella capitale, Abuja, sebbene la città fosse stata conquistata con grande vantaggio da Peter Obi, il candidato del Partito laburista (Lp). l’altro musulmano, Atiku Abubakar del Partito democratico per il popolo (Pdp), è arrivato secondo con un totale di quasi 7 milioni di voti mentre al cristiano Obi, per gran parte del Paese il favorito dei tre candidati principali, è invece arrivato terzo con poco oltre i 6 milioni di voti.

« L’Inec avrebbe quindi contato per i candidati principali circa 22 milioni di voti – spiegano gli analisti –. Anche se i candidati erano 18 e non tutti hanno votato, queste cifre sembrano minime rispetto agli 87 milioni di elettori». Mentre non è ancora nota l’affluenza, almeno sei milioni di schede elettorali non sono state raccolte mentre un numero imprecisato è stato trovato abbandonato poco prima delle elezioni. Risultato: un numero significativo di nigeriani è stato quindi privato del diritto di voto.

Le proteste da parte dell’opposizione sono subito cominciate in varie parti del Paese sebbene la situazione sembri relativamente tranquilla. « Dobbiamo rifare queste elezioni», è stato il messaggio espresso martedì notte dai due principali partiti all’opposizione. Il Pdp e l’Lp hanno denunciato una «manipolazione massiccia » dei risultati mentre i diversi gruppi di osservatori elettorali hanno indicato « vari intoppi logistici» rispetto soprattutto al mal funzionamento del sistema elettorale digitale che doveva velocizzare l’attesa dei risultati.

Inoltre, alcune regole non scritte come l’alternanza tra presidenti musulmani e cristiani, sono state scardinate con queste elezioni. Anche le legislative hanno avuto vari problemi. Natasha Akpoti- Uduaghan, candidata del Pdp al Senato per lo Stato meridionale di Kogi, ha descritto le elezioni come « una farsa, una barbarie e antidemocratiche » . Nel nord, invece, dove ci sono state meno lamentele, lo Stato federale di Kano, uno dei più popolati, ha dichiarato vincitore alle legislative Hamisu Chidari (Apc), nel collegio elettorale di Danbatta. Nel ricco Rivers State, invece, i deputati dell’Apc hanno perso diversi seggi che sono andati a membri del Pdp e dell’Lp. Sono comunque numerose le rivendicazioni da parte dei candidati di tutti e tre i principali partiti. Ora, però, «the show must go on», è l’opinione di gran parte dei nigeriani, alcuni rassegnati e stanchi. Vari ex presidenti africani, a capo dei differenti gruppi di osservatori elettorali, sono stati fotografati mentre si congratulavano con il presidente-eletto. Tra le varie sfide che Tinubu dovrà affrontare nel gestire l’economia più grande del continente africano, quella più complessa sarà unire un Paese che, dopo aver conquistato l’indipendenza nel 1960, è ancora marcato da profonde divisioni.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE 1 marzo 2023 © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

Tags: avvenire cronaca politica

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance