Il Burkina Faso verso il baratro: nel mirino anche gli operatori
DAKAR, Senegal - Ancora sangue di operatori umanitari. Medici senza frontiere ha condannato ieri «con forza l’uccisione di due membri dello staff locale nel nord-ovest del Burkina Faso». Un agguato lungo la strada tra Dédougou e Tougan, dove alcuni uomini armati hanno sparato contro un mezzo della Ong ben riconoscibile su cui viaggiavano 4 persone. E solo due son o riusciti a fuggire.
L’attacco contro l’auto dell'organizzazione umanitaria è avvenuto durante la mattinata di mercoledì ma ancora non si conosce l’identità degli assalitori. Un altro assalto, compiuto lo stesso giorno da presunti terroristi islamici, ha preso invece di mira alcuni villaggi nel sud, vicino alla frontiera con il Togo, causando la morte di «tre civili e tre membri dei Volontari per la difesa della patria» nei dintorni della cittadina di Bekoure. Questi ultimi episodi di violenza dimostrano quanto la situazione in Burkina Faso continui a degradarsi. Il giovane presidente burkinabé, il capitano Ibrahim Traoré, fautore del secondo colpo di Stato in un anno, fatica a rafforzare il suo esercito. Il golpista 35enne ha tenuto a gennaio un discorso all’università Joseph Ki-Zerbo a Ouagadougou, la capitale, pur di trovare nuove reclute persino tra gli studenti.
L’ondata del terrorismo ha tra-volto il Burkina Faso già dal 2015 e dopo diversi incidenti diplomatici, l’espulsione delle forze francesi a gennaio e i sospetti di un prossimo intervento russo attraverso i mercenari della Wagner, nel cosiddetto «Paese degli uomini integri » si rischia l’implosione. « L’estre-mismo violento in Burkina Faso continua a scendere verso gli Stati del Golfo di Guinea – assicurano gli esperti –. Pochi si rendono conto del rischio in corso in Paesi come Ghana, Togo e Benin». Lontano dai riflettori della stampa internazionale, occupata con la guerra ucraina, un piccolo Paese come il Togo sta subendo regolari attentati da parte di terroristi islamici che lanciano incursioni dal sud del Burkina Faso. «Oltre 20 civili sono rimasti uccisi il 2 febbraio nella prefettura nord-orientale di Kpendjal – ci hanno rammentato diverse fonti che preferiscono mantenere l’anonimato per questioni di sicurezza –. Dicviannove persone a bordo di un mezzo sono rimaste uccise dallo scoppio di una mina mentre altri tre civili sono morti in un attacco armato».
Una situazione simile è presente anche nel vicino Benin dove il presidente, Patrice Talon, ha fatto appello alla società militare privata americana, Amentum, per arginare l’avanzata del terrorismo islamico. « Il Benin sta subendo un numero crescente di attacchi legati a gruppi estremisti – ha confermato alla stampa Kars de Bruijne, ricercatore dell'istituto olandese, Clingendael –. Abbiamo contato 43 attacchi tra dicembre 2021 e settembre 2022».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 10 febbraio 2023 © RIPRODUZIONE RISERVATA