Il Kenya si è ribellato per primo alla «trappola cinese» del debito
« Nonostante sia stato negoziato come un progetto da governo a governo in cui ci si aspetta una relazione simbiotica – ha commentato l’economista keniano, Tony Watima –, la Cina ha fatto in modo che tutti i rischi fossero assunti dal contribuente keniano». Simili preoccupazioni sono sorte nell’affare dell’aeroporto ugandese di Entebbe, quando per un certo periodo si pensava che, in caso di default da parte dell’Uganda, l’aeroporto sarebbe diventato di proprietà cinese. Sebbene sembra che questo non sia il caso, i dettagli del contratto rivelati recentemente stabiliscono che ci sia «un deposito in contanti su un conto a garanzia che la Cina può sequestrare in caso di inadempimento contrattuale» e che «tutte le entrate generate dall'aeroporto internazionale di Entebbe siano utilizzate per rimborsare il prestito in via prioritaria per i prossimi 20 anni» Con 282 miliardi di dollari nel 2022, la Cina è diventata il principale partner commerciale del Continente africano.
Nel 2021, al Forum Cina-Africa svoltosi nella capitale senegalese, Dakar, Pechino ha siglato un accordo di «10 miliardi di dollari in investimenti diretti esteri (Ide) per prossimi tre anni» in ogni regione dell’Africa. Il Paese del Drago continua a costruire infrastrutture, spesso di bassa qua-lità, per saziare la sua sete di materie prime. Una sete senza limiti. « Il leader Xi Jinping ha compiuto 10 visite in Africa tra il 2014 e il 2020 – afferma l’istituto britannico, Chatham House –. Mentre il nuovo ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, ha visitato 5 Paesi africani e l'Unione Africana nel solo gennaio e Wang Yi, l'ex ministro degli esteri, ha visitato 48 Paesi africani durante il suo mandato». Visite a cui si accodano centinaia di uomini d’affari cinesi pronti a firmare accordi per salvaguardare gli interessi della madre patria.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 3 febbraio 2023 © RIPRODUZIONE RISERVATA