Il colera uccide il Malawi: mille morti
LOME', Togo - Sono almeno mille le vite perdute in Malawi a causa dell’attuale epidemia di colera. Iniziata lo scorso marzo con i primi casi, questa crisi sanitaria ha raggiunto il suo apice durante le feste di Natale e Capodanno.
Le autorità sanitarie locali hanno ammesso di avere pochi strumenti per gestire la situazione attuale. «Stiamo esaurendo le dosi di vaccini contro il colera», ha dichiarato ieri Khumbize Chiponda, ministro della Salute del Malawi. «Le infezioni stanno colpendo soprattutto Lilongwe, la capitale, e la città di Blantyre. Le persone infette – ha continuato Chiponda – sono almeno 30.600, con un tasso di mortalità del 3,27 per cento».
Il Paese sembra quindi diventato l’epicentro del colera nel mondo. «L’inizio della stagione delle piogge potrebbe peggiorare la crisi – hanno riferito gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che stanno seguendo da vicino gli sviluppi –, le acque alluvionali mescolate con i rifiuti inquinano le fonti idriche e la mancanza di un drenaggio adeguato aumenta i rischi di contagio». L’epidemia si è comunque diffusa in quasi tutti i 28 distretti del Malawi. L’Africa centers for disease control (Cdc) afferma di essere preoccupato per «la crescita dei decessi per colera legata ai pazienti che non ricevono le cure in tempo». A novembre il Malawi ha ottenuto quasi tre milioni di dosi di vaccino orale contro il colera fornite dalle Nazioni unite. «Vogliamo intensificare la campagna di immunizzazione – avevano commentato al tempo gli operatori dell’Onu –, ma il numero dei casi continua a salire».
Un altro fattore che sembra ostacolare gli sforzi per combattere l’epidemia è la produzione dei vaccini. «Il fatto che ci sia un solo produttore di dosi contro il colera in tutto il mondo rende difficile l’acquisizione del farmaco – ha sottolineato il portavoce del ministero della Salute, Adrian Chikumbe –. Stiamo facendo a gara per lo stesso vaccino con tutti gli altri Paesi bisognosi e noi ne abbiamo bisogno di almeno 7,6 milioni». Quest’anno il Malawi ha superato il più grande focolaio di colera nella storia del Paese che aveva ucciso 968 persone tra il 2001 e il 2002. Il colera, che provoca diarrea e vomito, viene contratto da un batterio generalmente trasmesso attraverso cibo o acqua contaminati. Tale malattia si sta comunque espandendo a livello globale. «Almeno 31 Paesi hanno segnalato focolai di colera da dicembre, con un aumento del 50 per cento rispetto agli anni precedenti – ha recentemente riferito Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms –. In tutto il mondo la malattia colpisce tra 1,3 e 4 milioni di persone ogni anno causando fino a 143mila morti».
Oltre a una mancanza generale relativa alle norme che regolano i servizi igienico-sanitari, alcune credenze da parte della popolazione ostacolano gli operatori sanitari dal fare il loro lavoro. «La maggior parte delle persone non crede che esista il colera in Malawi – ha sottolineato George Jobe, direttore del Malawi health equity network (Mhen), un’organizzazione sanitaria senza scopo di lucro –. Miti e disinformazione si diffondono facilmente attraverso le reti social e rendono molto difficili le condizioni di questa crisi».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 27 gennaio 2022 - © Riproduzione riservata