Padre Isaac, bruciato vivo da una banda criminale «Lo volevano eliminare»

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LOME', Togo - Un altro duro colpo contro la comunità cristiana in Nigeria. Un gruppo di uomini armati ha ucciso un prete cattolico e rapito cinque fedeli in due diversi attacchi nella regione centrale

e nordoccidentale del Paese. A Kafin-Koro, un villaggio nella regione del Paikoro, domenica, un commando di banditi ha appiccato il fuoco alla residenza del parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo. L’anziano padre Isaac Achi è morto bruciato vivo: dodici anni fa si era salvato per un soffio da un attacco messo a segno da Boko Haram alla chiesa di Medalla, nello Stato del Niger, dove all’epoca svolgeva il proprio ministero.

Un altro sacerdote, padre Collins Omeh, è rimasto ferito alle spalle perché ha tentato di scappare. Il corpo senza vita di padre Isaac è stato recuperato – hanno detto fonti della chiesa locale –, padre Collins è stato invece portato d'urgenza in ospedale per le cure». Le forze di sicurezza stanno avviando le indagini. Secondo il nunzio apostolico nel Paese, monsignor Antonio Guido Filippazzi, «sulla dinamica degli avvenimenti non ci sono molti dubbi – ha detto a Vatican News –: si ha l’impressione che si volesse a tutti i costi eliminare questo parroco, ma ora è necessario capirne la ragione».

Altri fedeli sono stati presi di mira durante la stessa giornata quando un diverso gruppo di individui armati ha fatto irruzione in una casa presso Dan Tsauni, un villaggio nello Stato nordoccidentale di Katsina. Cinque donne che stavano per andare a Messa sono state rapite. «I terroristi hanno sequestrato cinque persone in casa e hanno sparato alla mano di un prete – ha affermato Gambo Isa, portavoce della polizia di Stato –. Stiamo cercando i sequestratori fuggiti con gli ostaggi». In seguito a quest’ultimo attacco, il prete colpito – del quale non è stato diffuso il nome – è stato portato di urgenza in un ospedale vicino. «Il brutale omicidio di un sacerdote in Nigeria pone di nuovo l’attenzione sul dramma delle persecuzioni dei cristiani – ha scritto ieri su Twitter il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani –. Chiedo a tutti i governi di proteggere le minoranze cristiane e presto nominerò un inviato speciale per tutelare i diritti dei cristiani nel mondo». Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in programma il 25 febbraio il livello di violenza nel Paese continua a salire settimana dopo settimana. L’anziano presidente, Muhammadu Buhari, è stato accusato di aver non mantenuto le promesse elettorali di garantire l’ordine. Da oltre due anni, le autorità cercano senza successo di contrastare la crescente insicurezza nelle regioni settentrionali e centrali del Paese.

Un numero imprecisato di gruppi armati legati al crimine organizzato e ai jihadisti di Boko Haram continua ad attaccare le comunità più indifese soprattutto nelle aree rurali. I residenti di diverse località hanno affermato che le forze di sicurezza locali sono spesso in «inferiorità numerica e senza armi», e che i sospetti responsabili raramente vengono arrestati. La comunità cristiana ha più volte richiesto l’aiuto dello Stato per combattere i gruppi criminali, ma sono stati pochi i risultati concreti che a volte si scontrano con un alto livello di corruzione che pervade tutte le sfere dell’apparato governativo nigeriano. Sebbene gran parte dei sequestri punti al riscatto, in alcuni casi le ragioni dei rapimenti possono essere più politiche che economiche. L’intento dei vari gruppi armati potrebbe essere quello di destabilizzare la più grande economia del Continente attaccandola in ogni angolo. «I livelli di insicurezza stanno aumentando in tutta la Nigeria – sostengono gli analisti –. È quindi possibile che dovranno essere posticipate le elezioni generali previste per la fine febbraio».

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 17 gennaio 2023 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: avvenire cronaca

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance