Assaltate due chiese: 3 morti e 36 sequestrati
LOME', Togo - Ancora sangue e orrore in Nigeria. E nel mirino sono finite, per l’ennesima volta, le comunità di fedeli in diversi villaggi della provincia di Kajuru, nel nord-ovest del Paese.
Un commando a bordo di motociclette ha attaccato all’ora della Messa festiva, sparando contro i fedeli di una chiesa cattolica e di una battista. Sono almeno tre i morti e decine le persone rapite. «I banditi hanno attaccato fedeli e residenti nei villaggi di Ungwan Fada, Ungwan Turawa, Ungwan Makama e Rubu – ha confermato ieri Samuel Aruwan, commissario locale per la sicurezza interna –. Sono state prese di mira la chiesa battista Maranatha e la chiesa cattolica di St. Moses».
Le violenze sono avvenute domenica e tra i morti ci sono due uomini e un giovane. Almeno due persone, poi, sono rimaste ferite mentre non è ancora stato precisato il numero dei rapiti, ma le autorità sospettano che siano 36. «Condanno con fermezza questo ennesimo attacco nel nostro Stato – ha dichiarato ieri alla stampa Hadiza Balarabe, governatore ad interim dello Stato federale di Kaduna –. I responsabili hanno saccheggiato negozi e rubato diversi beni nei villaggi che hanno razziato». Nell’area sono arrivati rinforzi militari che al momento stanno pattugliando il territorio e organizzando le prime indagini. Il villaggio di Robu era stato teatro di altri due attacchi, il 5 gennaio di quest’anno e il 27 aprile del 2020. «I fedeli di entrambe le chiese avevano deciso di iniziare la celebrazione alle 7 del mattino – hanno sottolineato all’agenzia Fides fonti della chiesa locale –. Era un modo per permettere ai partecipanti di ritornare al più presto a casa». Invece gli individui armati sono arrivati poco dopo l’inizio della Messa sparando in maniera indiscriminata. Per quanto riguarda i sequestrati, le famiglie sono in attesa che i rapitori si mettano in contatto, come spesso succede, per organizzarne il rilascio dopo il pagamento di un riscatto. L’ultimo attacco in Kaduna è stato il 9 giugno e ha provocato 32 morti in varie località. «I jihadisti nigeriani di Boko Haram sono soliti lanciare i loro attentati nel nord-est – spiegano gli analisti –. È però ormai chiaro che hanno instaurato una collaborazione con numerosi banditi nel nord-ovest».
Sono invece passate due settimane dal massacro nella chiesa cattolica di Francesco Saverio a Owo, una cittadina situata nello Stato sudoccidentale di Ondo. Alcuni assalitori si erano mimetizzati tra la folla di fedeli che stava assistendo alla messa nel giorno della Pentecoste. Almeno 40 persone sono rimaste uccise in seguito a una sparatoria scoppiata dentro e fuori dalla chiesa. Alcune fonti hanno puntato il dito contro le comunità di pastori che da tempo sono in conflitto con i coltivatori della regione. Altri funzionari dell’amministrazione locale credono che ci sia pure un coinvolgimento da parte di militanti jihadisti legati ad al-Qaeda o al Daesh. Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali, previste per febbraio dell’anno prossimo, il livello di violenze in Nigeria è aumentato rapidamente negli ultimi mesi. Il presidente uscente, Muhammadu Buhari, è accusato dalla popolazione di non aver mantenuto la promessa elettorale rispetto a una Nigeria più sicura.
Anche nel sud-est del Paese sono continui gli attacchi armati in parte legati a un desiderio di secessione rivendicato dai “ribelli” del Biafra, una regione ricca di petrolio e teatro di una brutale guerra civile all’inizio degli anni settanta. «Gli attacchi nel sud-est sono spesso opera del gruppo ribelle chiamato “Persone indigene del Biafra” (Ipob) – sostengono gli esperti –. Tra i loro bersagli ci sono agenti della sicurezza e funzionari politici».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 21 giugno 2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA