«La terza ondata di varianti del Covid ora può mettere in ginocchio l’Africa»

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DAKAR, Senegal - «Siamo nel mezzo di una terza ondata. Nonostante i morti nel Continente africano siano relativamente bassi – circa 135mila in totale dal febbraio derllo scorso anno – nelle ultime settimane si è verificata una preoccupante accelerazione dei contagi.

Non è l’ora di abbassare la guardia». Sono le parole di Matshidiso Moeti, direttrice regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo le più recenti statistiche, il Covid-19 sta minacciando alcuni Paesi dell’Africa che nei giorni passati hanno riscontrato un aumento insolito rispetto alle previsioni di alcuni esperti. Sebbene gli africani siano stati risparmiati dalla pandemia rispetto ad altre zone del mondo come Europa, Stati uniti, Cina, Brasile e India, si sta diffondendo un certo livello di preoccupazione soprattutto tra le autorità locali e le organizzazioni umanitarie sul campo. «Il numero di decessi causati dal Covid-19 in Africa è aumentato del 32 per cento durante l’ultima settimana – ha riferito venerdì l’Oms –. In Sudafrica, Tunisia, Zambia, Uganda e Namibia abbiamo registrato circa i tre quarti di queste morti legati al virus». Nell’ultimo mese c’è stato inoltre un aumento progressivo dei contagi in 22 Paesi africani. Secondo gli ultimi dati, infatti, ogni settimana il numero di casi di coronavirus è salito almeno del 20 per cento, mentre «nell’ultima settimana del 52». E tale ritmo non sembra rallentare. «C’è una forte preoccupazione per quanto riguarda soprattutto le nuove varianti che hanno raggiunto gran parte del Continente – spiegano gli esperti –. Una dinamica che potrebbe danneggiare anche le campagne di vaccinazione in corso in vari Paesi sebbene meno del 2 per cento degli africani sia vaccinato». L’«incubo» della variante indiana Delta, per esempio, si sta diffondendo in almeno 14 Stati africani oltre ad averne raggiunti altri 60 in giro per il mondo. Le varianti Alpha e Beta, invece, stanno avendo un impatto negativo in 25 Paesi del Continente.

Un’altra problematica sollevata dall’Oms riguarda i vaccini dai quali «gran parte della popolazione in Africa» resta ancora esclusa. «Malgrado alcuni progressi registrati in Sudafrica, Costa d’Avorio, Centrafrica e Madagascar – hanno spiegato i funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra –, le campagne di vaccinazione sul Continente sono rimaste al palo». Tale situazione non è dovuta operò soltanto alla mancanza di dosi, ma anche a una certa sfiducia mostrata dalla popolazione: «Solo una esigua minoranza dei cittadini si vuole vaccinare e le seconde dosi del vaccino AstraZeneca sono state distribuite in maniera insufficiente rispetto alle prime – afferma un’infermiera nella capitale senegalese, Dakar –, inoltre abbiamo riscontrato alcuni impedimenti logistici causati anche dall’arrivo di nuovi vaccini come quello cinese». Nonostante le «catastrofiche» previsioni dell’Oms espresse l’anno scorso, il Continente è riuscito ad evitare il peggio di questa pandemia. In Paesi come la Namibia e Uganda erano poco più di mille e duemila, rispettivamente. i contagi quotidiani dell’ultima settimana: ma il trend sembra indicare un peggioramento.

Alcuni Stati dove la situazione è tornata ad essere «grave» hanno deciso di reintrodurre diverse restrizioni quali l’uso obbligatorio delle mascherine all’interno degli edifici pubblici e sei mezzi di trasporto, alcune ore di coprifuoco, la chiusura delle frontiere interne ed esterne e un limite del numero di persone riunite in vari luoghi delle città. Misure che, nelle due precedenti ondate di contagi da coronavirus, avevano risparmiato il Continente da effetti catastrofici più estesi sulla popolazione.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 20 giugno 2021 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance