Eshowe, la cittadina che ha sconfitto l’Aids e batterà il Covid-19

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DAKAR, Senegal - Sconfiggere un virus è possibile. L’ha dimostrato Eshowe, cittadina sudafrica nota per aver ridotto al minimo l’Hiv/Aids tra i suoi residenti grazie a un lavoro collettivo durato anni. Ora lo stesso modello potrebbe essere riproposto con il Covid-19 . «Tutti hanno partecipato», dice ad Avvenire Lola Hierro, giornalista spagnola che ha raccontato l’esperienza per il quotidiano, El Pais. «Dalle piccole cliniche rurali, ai grandi ospedali provinciali, dai leader e guaritori tradizionali agli insegnanti della scuola. A Eshowe – continua Hierro –, ognuno aveva un obiettivo specifico per prevenire nuove infezioni dell’Hiv».
Mentre i cittadini lavoravano su aspetti come la sensibilizzazione nei quartieri, le autorità si sono impegnate ad «avvicinare i servizi medici alle persone», formando un reticolato di centri sanitari, modesti ma efficaci. Il Sudafrica, noto per essere uno dei Paesi più colpiti dll’Hiv/Aids al mondo, è ora il più grave teatro dalla pandemia di coronavirus nel Continente nero. Con 21mila nuovi contagi ieri (1,15 milioni in totale) e quasi 850 morti (oltre 31mila da marzo), la “Nazione arcobaleno” è allo stremo.
Gli ospedali stanno lavorando a pieno ritmo in un Paese con uno dei più alti livelli di crimine e violenze al mondo e un’economia particolarmente provata a causa della corruzione. Per fine gennaio, infatti, il Sudafrica comprerà 1,5 milioni di vaccini AstraZeneca. «Siamo traumatizzati e in disperato bisogno di vaccini – sono i commenti della leadership politica – . Entro alcune settimane dovremmo accordarci con Russia, Cina e Cuba per averli». Anche in Senegal, dove l’inizio di un nuovo coprifuoco notturno ha provocato le proteste di piazza della popolazione, il governo ha accelerato i negoziati per ottenere le prime dosi entro marzo. «Tra massimo due mesi dovremmo avere l’approvazione per ricevere il vaccino – ha detto ieri Mamadou Ndiaye, funzionario del ministero della Salute senegalese –. Stiamo lavorando con Gavi, l’alleanza vaccini, per uscire al più presto da questa situazione».
La Nigeria dovrebbe invece essere il primo Stato africano a ricevere il vaccino della Pfizer/BioNTech. «Entro gennaio ci arriveranno le prime dosi – ha confermato mercoledì il dottor Faisal Shuaib –. Riusciremo a cacciare il Covid-19 fuori dal nostro Paese». Martedì, il gigante economico nigeriano aveva registrato 1,354 casi, il più alto numero di contagi in un solo giorno rispetto a 92mila casi da marzo. Inoltre, ci sono forti preoccupazioni per le nuove forme che sta prendendo il virus. «Le varianti del Covid-19 scoperte in Gran Bretagna e Sudafrica sono diverse da quelle scoperti qui – ha detto alla stampa Sunday Omilabu, virologo nigeriano –. Ma quello che sto scoprendo aiuterà a combattere il virus nel nostro Paese».
 
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 8 gennaio 2021 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance