Boko Haram non dà tregua: ragazza-kamikaze tra la folla

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DAKAR, Senegal - Ennesimo attacco di Boko Haram nel nord della Nigeria. Questa volta, come numerose in passato, a colpire è stata una ragazzina che si è fatta esplodere uccidendo almeno tre persone.

Un chiaro segnale che la lotta contro il jihadismo nel Paese è ben lontana dall’essere vinta. «Una kamikaze di 17 anni ha attaccato la cittadina di Konduga, a 40 chilometri da Maiduguri, capitale dello Stato settentrionale del Borno – hanno confermato le autorità locali –. Sono tre le vittime e due i feriti ». Secondo le prime ricostruzioni, l’attacco è avvenuto vicino alla casa di Ibrahim Liman, leader locale di una milizia filogovernativa. Fuori dall’abitazione, un gruppo di uomini si era riunito a parlare quando c’è stata la deflagrazione. «Per il momento nessuno a rivendi- cato l’attentato – ha precisato la polizia locale –. Ma siamo certi che si tratti sempre di una fazione di Boko Haram». Le ragazzine subiscono un lavaggio del cervello dai jihadisti che le spingono a compiere atti terroristici.

Altre volte sono invece le minacce contro le loro famiglie che le costringono a sacrificarsi. Quando non sono loro stesse a spingere il bottone per detonare la cintura dinamitarda nascosta sotto i vestiti, ci pensano i militanti islamisti ad attivare il dispositivo, a distanza. Konduga era già stata teatro nel 2014 di un massacro contro la comunità cristiana in cui morirono oltre 60 persone. Secondo gli esperti, quest’altro attacco potrebbe averlo deciso Abubakar Shekau, mandante dell’ultimo rapimento di massa nello Stato di Katsina. Nell’area, però, opera anche fazione concorrente di Boko Haram, nata da una divisione interna nel 2016. Le forze di sicurezza nigeriane continuano a dimostrare di non riuscire a combattere l’ondata jihadista che sta travolgendo il nord della Nigeria da oltre 10 anni.

Ieri, il governo ha celebrato con una cerimonia la liberazione di oltre trecento studenti da parte dell’esercito, sequestrati la settimana scorsa alla Government science secondary school di Kankara, nel nord-est del Paese. Ancora non si sa, però, quanti rimangano nelle mani dei jihadisti. «Questa volta le autorità sono riuscite a muoversi molto più in fretta rispetto ai rapimenti di massa degli anni passati – ha commentato Bulama Bukarty, analista di Africa subsahariana presso il Tony Blair institute –. I sequestratori sono stati rapidamente accerchiati dalle forze di sicurezza». Secondo diverse fonti, i jihadisti utilizzano anche il crimine organizzato per rapire e seminare terrore nel nord del Paese.

36mila sono i civili uccisi da Boko Haram dall’inizio dell’offensiva nel luglio del 2009

2 milioni sono gli sfollati in Nigeria provocati in undici anni di combattimenti dei terroristi jihadisti

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 20 dicembre 2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance