«Nessuna decapitazione». Ma i testimoni insistono
DAKAR, Senegal - Il governo mozambicano ha smentito ieri la notizia riguardo al massacro e alla conseguente decapitazione di almeno 50 civili nel nord del Paese. Secondo esponenti delle autorità locali, l’ultimo caso simile era avvenuto ad aprile
, mentre le violenze tra venerdì e lunedì avrebbero provocato «solo qualche ferito». Altre fonti, invece, sono tuttora convinte che tale massacro ci sia effettivamente stato. «Non sono mai avvenute decapitazioni da parte dei militanti islamici nella provincia di Cabo Delgado nei giorni scorsi – ha affermato ieri Valige Tauabo, il governatore in loco –. Abbiamo solo riscontrato incursioni di malintenzionati che sono stati messi in fuga grazie all’offensiva dei nostri soldati». Nel giro di tre giorni, diversi villaggi sa- rebbero stati attaccati nel remoto nord del Mozambico.
Secondo molti testimoni, un gruppo di jihadisti ha bruciato case e negozi prima di raggruppare oltre 50 persone in un campo da calcio. Dopo avergli sparato, hanno continuato decapitando i cadaveri. «Questi individui armati gridavano 'Allahu akbar' (Dio è grande) mentre ci uccidevano – hanno raccontato alcuni sopravvissuti alla televisione nazionale – Hanno attaccato vari villaggi nei distretti di Miudumbe e Macomia». Alcuni agenti della polizia sul posto avevano confermato gli stessi racconti. In seguito a tali notizie, le Nazioni Unite mercoledì hanno fatto appello per «un’inchiesta rapida e dettagliata» da parte delle autorità.
Secondo diverse fonti, i jihadisti sarebbero affiliati del Daesh, che sta rapidamente ampliando il suo raggio d’azione in varie parti del continente africano. Resta comunque difficile verificare in maniera indipendente questo tipo di attacchi. Il governo mozambicano sta impedendo l’accesso ai media e alle organizzazioni umanitarie, locali e internazionali. «Le forze di sicurezza del Mozambico stanno dimostrando alla comunità internazionale di non saper gestire questa crisi – affermano gli esperti –. Da anni hanno infatti l’abitudine di sottostimare pubblicamente la gravità del conflitto in corso». Negli ultimi tre anni di violenze a Cabo Delgado sono morti almeno 2mila civili e oltre 430mila mozambicani sono senza casa, sostengono le agenzie umanitarie. La crisi sta peggiorando radicalmente anche a causa delle ingenti risorse energetiche scoperte recentemente nell’area.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 13 novembre 2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA