Allarme violenza contro le donne Il peso della crisi sulle loro spalle
DAKAR, Senegal - Juliet, 16 anni, ha trascorso quattro giorni d’inferno. Secondo l’organizzazione per i diritti umani Human rights watch (Hrw), la giovane keniana è stata sequestrata e chiusa nella casa di un uomo che ha continuato ad abusare di lei sessualmente. L’aggressore ha affermato che l’obiettivo di tale crimine era «sopportare l’isolamento dovuto al Covid-19». Solo dopo l’intervento dei vicini di casa lo stupratore è stato arrestato. Nei giorni della pandemia di coronavirus le donne rappresentano quella parte di popolazione più vulnerabile. Le Nazioni Unite hanno richiesto un maggiore impegno nel finanziare programmi diretti alla protezione fisica e economica delle donne. Tali iniziative saranno messe in atto soprattutto in Africa, dove il genere femminile deve spesso portare sulle sue spalle il peso delle problematiche sociali del Paese. «Circa il 70 per cento degli impieghi nel settore medico e nei servizi sociali sono svolti da donne – spiega Anita Bhatia, vice-direttrice dell’agenzia Onu per le donne (Unwomen) –. Lo stress e la loro salute mentale richiedono delle azioni di aiuto specifiche». Mentre il virus continua a propagarsi nel Continente africano, milioni di donne vittime di violenza domestica sono chiuse con i loro mariti in casa. Non ci sono possibilità di uscire o di trasferirsi dai propri parenti per evitare gli abusi. «Prima le vittime di maltrattamenti domestici potevano parlare con il
personale del centro sanitario più vicino o con un membro della propria famiglia – commenta Maria Caterina Ciampi, esperta del settore –. Oltre a un numero verde bisogna quindi assicurarsi che, durante la pandemia, la giustizia locale continui a essere coinvolta». In Senegal, dove la violenza domestica è molto frequente, l’Associazione di giuriste senegalesi (Ajs) si sta organizzando per aiutare le vittime di violenza.
«Oggi un numero sconosciuto di donne soggette ad abusi coniugali è isolato in casa con i propri aggressori – si legge in un comunicato di Ajs –. Stiamo quindi mettendo in atto un sistema di allerta, di protezione, e di presa in carico olistico per aiutare tali vittime». In Sudafrica, uno degli Stati al mondo caratterizzato dai peggiori tassi di violenza di genere (Gbv), le autorità hanno vietato l’acquisto di prodotti alcolici per abbassare i livelli di criminalità, tra cui gli abusi domestici. Secondo i dati della polizia, ci sono state «oltre 2.300 chiamate nella prima settimana di isolamento » legate alle aggressioni contro le donne tra le mura di casa. Ma la pandemia sembra non aver ancora raggiunto il suo apice in Africa. Secondo le ultime cifre dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sono «oltre 15mila i casi di Covid-19 e 816 i morti». Per superare il più rapidamente possibile tale crisi, è decollato ieri dalla capitale etiope, Addis Abeba, il primo volo di solidarietà dell’Onu. Nelle prossime ore «del materiale medico raggiungerà gli operatori sanitari in prima linea in tutti i Paesi africani – si legge in una nota dell’Oms –. Aumenteranno i test, proteggeremo il personale medico, e distribuiremo respiratori polmonari per i pazienti».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 15 aprile 2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA