Nigeria/Un «errore» costato oltre settanta morti: sì all’inchiesta

Nigeria

NAIROBI, Kenya - Sono saliti a 70 i morti e oltre 120 i feriti accertati che un bombardamento dell’aviazione nigeriana ha colpito per sbaglio martedì scorso in un campo profughi nel nord-est del Paese: tutti civili in fuga dagli orrori provocati da Boko Haram. Altre fonti parlano invece di almeno 100 vittime e più di 200 civili ricoverati in diverse strutture sanitarie. «Tra i morti ci sono sei dei nostri operatori – hanno confermato ieri fonti del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) – . Il bilancio totale potrebbe però aggravarsi durante le prossime ore». L’organizzazione umanitaria, Medici senza frontiere (Msf), ha invece fatto sapere ieri che nessuno del suo staff è stato ucciso o ferito. «Sono però morti tre dipendenti di una società camerunese ingaggiata da noi per fornire acqua e servizi igienico-sanitari», spiega una nota di Msf. Anche l’Unicef ha mostrato la sua solidarietà con i colleghi che lavorano in condizioni molto rischiose: «Gli operatori umanitari che hanno perso la vita stavano lavorando per salvarne altre - ha detto ieri Manuel Fontaine, direttore dei programmi di emergenza dell’Unicef –. Accogliamo con favore la decisione del governo nigeriano di indagare su come questo grave incidente sia avvenuto». Secondo le prime ricostruzioni, un jet dell’esercito ha preso di mira il campo di Rann, nello Stato nord-orientale del Borno, vicino al confine con il Camerun, pensando di bombardare un raggruppamento degli jihadisti di Boko Haram. Non si sa ancora se l’errore sia stato «tattico o geografico». Di fatto fa però specie che, assieme alle scuse, il generale Lucky Irabor, capo delle operazioni contro gli insorti, abbia parlato di vittime causate dalla «nebbia della guerra». Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 19 gennaio 2017

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: attualità avvenire cronaca

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance