Niger, strage di migranti nel Sahara Neonati tra i 44 stroncati dalla sete

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LOMÉ ( TOGO) - Un altro cimitero nel deserto. Adulti, giovani e bambini, anche piccolissimi, morti di sete

, giacciono coperti dall’inesorabile sabbia del Sahara. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero almeno 44 i migranti che, con l’obiettivo di raggiungere l’Europa, sono andati incontro a una morte quasi certa nel nord del Niger. Tra di loro c’erano tre neonati di pochi mesi, due minorenni e 17 donne. Probabilmente deceduti in silenzio tra le braccia dei propri genitori. «Per il momento nessuno è stato ancora in grado di recarsi sul posto per identificare i cadaveri », ha spiegato ieri Lawal Taher, funzionario della Croce rossa nigerina. «Anche questa volta, come spesso succede su tali tragitti, il camion su cui viaggiavano si è rotto ed è stato abbandonato. Solo sei di loro sono riusciti a salvarsi – ha continuato Taher –, hanno raggiunto un villaggio a piedi e ora li stiamo assistendo nella città di Dirkou». I migranti erano originari soprattutto del Ghana e della Nigeria, due delle più grandi economie dell’Africa occidentale. Le autorità nigerine hanno dichiarato che stanno facendo il possibile per raggiungere il luogo dell’incidente e recuperare altre informazioni sulle vittime. «Le ricerche sono in corso», recitava ieri un comunicato governativo. Ma l’impresa è assai ardua e i mezzi a disposizione sono minimi. Trovare i cadaveri nel Sahara è molto più difficile rispetto a recuperarli nel Mediterraneo. Le organizzazioni umanitarie, insieme alle autorità europee, hanno le capacità necessarie per esercitare un buon controllo del mare e soccorrere in tempi rapidi i naufraghi. Nel deserto, invece, il contesto è differente. «Il Sahara è uno dei luoghi più vasti, inospitali e meno controllati del pianeta – affermano gli esperti –. Pattugliar- lo tutto, utilizzando militari e agenti di polizia, è impossibile». Sebbene ci sia stato un relativo impegno da parte del presidente nigerino, Mahamadou Issoufou, di arginare il traffico di migranti e punire i trafficanti, la rotta tra il Niger e la Libia continua ad essere una delle vie principali verso l’Europa. La storica cittadina di Agadez, conosciuta come “la porta del deserto”, ha ospitato negli ultimi vent’anni folle di migranti provenienti da tutta l’Africa occidentale e centrale. Da lì sono passati anche i 44 morti del Niger. A causa dei combattimenti in varie zone del Sahel, anche l’Algeria e, più recentemente, la regione del Lago Ciad, sono coinvolte nel traffico di esseri umani che scappano da guerre e povertà. «Ognuno può portare con sé poco cibo, solitamente pane con qualche sardina in scatola, e una limitata quantità di acqua che deve durare per diversi giorni», afferma Aboubakar (nome di fantasia), costretto a ritornare ad Agadez dopo essere stato abbandonato l’anno scorso da un trafficante al confine tra Algeria e Niger. Nel solo mese di novembre dello scorso anno 11mila persone sono passate attraverso la regione di Agadez per raggiungere il Nord Africa – sono le stime dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) –. Nel corso del 2016, i migranti che hanno attraversato il Paese, sono stati 335mila. Molti erano diretti verso l’Algeria per evitare la guerra civile in Libia». Gran parte muore nel deserto, in quelli che vengono chiamati i “naufragi del Sahara”. Meno di un mese fa, sono stati trovati i cadaveri di otto migranti, tra cui cinque bambini, vicino all’Algeria. Sempre lo scorso maggio, invece, un gruppo di soldati nigerini ha salvato almeno quaranta persone abbandonate nel deserto dai loro trafficanti. Senza i soccorsi sarebbero morte di sete nel nulla.

LE CIFRE / Esodo ininterrotto verso il nord: nel 2016 sono stati 335mila

Le vie del deserto sono diverse e tutte pericolose. Bus, camion e jeep 4x4, solcano il territorio con a bordo decine di migranti provenienti soprattutto da Senega, Gambia, Mali, Nigeria e Camerun. La via più trafficata sembra quella che dalla capitale nigerina, Niamey, porta verso Agadez, continua per la cittadina desertica di Dirkou, e raggiunge la frontiera con la Libia. Ma molti migranti, una volta raggiunta Agadez, si dirigono anche verso la cittadina di Arlit per superare poi il confine con l’Algeria ed essere trafficati fino a Tamanrasset, una zona che spesso viene utilizzata anche dai terroristi islamici e i trafficanti di droga. Tamanrasset può essere però raggiunta anche direttamente dal Mali, dove imperversa una guerra civile da oltre quattro anni. I migranti hanno recentemente utilizzato le vie dalla regione del Lago Ciad, dove si incontrano i confini di Nigeria, Camerun, Ciad e Niger. Arrivati nelle aree centrali della Libia e dell’Algeria, i trafficanti di esseri umani sono noti per derubare, torturare, imprigionare e uccidere le loro vittime, prima di spostare i sopravvissuti verso le coste settentrionali che si affacciano sul Mar Mediterraneo. La via nigerina è una delle più “trafficate”. Dal nord del Paese, solo lo scorso anno, sono passati (stime dell’Organizzazione mondiale delle migrazioni) almeno 335mila migranti, sebbene tali cifre siano difficili da verificare con esattezza. L’Unione Europea ha investito circa 610 milioni di dollari in Niger nel 2016 per progetti destinati a rimpatriare i migranti nei loro Paesi d’origine.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 2 giugno 2017

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance