Ancora scontri in Oromia: nove le vittime Lascia a sorpresa il premier Desalegn
Nella regione etiope dell’Oromia si sono registrate in questi giorni ancora vittime a causa delle protese anti-governative , una crisi sociale che è tra le cause che hanno spinto il primo ministro, Hailé Mariam Desalegn, a dare ieri le dimissioni.
Almeno «nove persone sono morte e altre decine sono rimaste ferite nelle manifestazioni contro il governo», ha confermato ieri Umi Abajemal, addetto alla comunicazione per la regione Oromia. Le violenze sono avvenute principalmente nelle località di Batu, Legetafo, e Jimma. «C’erano anche vari sit-in dei funzionari statali che esigono migliori condizioni di lavoro», affermavano ieri i media locali.
Dopo migliaia di arresti nell’Oromia e nella regione dei Somali avvenuti l’anno scorso, le autorità hanno recentemente liberato oltre 6.500 prigionieri. Il premier etiope, sopraffatto da una crisi sociale interna che si trascina dal 2015, ha invece dichiarato che le sue dimissioni rappresentano «un passo fondamentale per procedere con le riforme necessarie a garantire pace e stabilità al Paese».
Una notizia però «preoccupante per quel Paese, amico dell’Italia e in cui operano tante nostre imprese», come ha commentato a caldo il viceministro degli Esteri Mario Giro.
Matteo Fraschini Koffi per Avvenire - 16 febbraio 2108
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