Nigeria, strage jihadista: 19 morti

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LOMÉ ( TOGO) - La ferocia dell’ondata jihadista in Nigeria ha colpito ancora, questa volta a Mailari, un villaggio nel nord-est del Paese. Almeno 19 persone sono rimaste uccise nell’attacco di cui sono probabilmente responsabili i miliziani di Boko Haram. «Diversi uomini armati sono entrati a Mailari alle due di domenica mattina uccidendo 19 civili e distruggendo molte abitazioni – ha affermato ieri Abatcha Umaru, uno dei sopravvissuti –. Gli aggressori sembrano appartenere a una milizia islamista locale ».

Secondo quanto riferito da un operatore umanitario, le vittime sarebbero 63. «Sono rimasti nel villaggio per due ore – ha raccontato Aisami Grema, un altro residente –. La polizia qui vicino non si è mai mossa per difenderci». Alcuni testimoni sostengono che si trattasse indubbiamente dei militanti di Boko Haram, i quali sarebbero arrivati armati dentro a vari furgoni, sparando con i fucili e i lancia- razzi. Centinaia di persone sono quindi scappate dall’area con l’intenzione di trovare soccorso in un campo per sfollati presso la cittadina di Monguno. Da quando è iniziata l’insurrezione jihadista nel 2009, sono oltre 20mila le vit- time e 2,6 milioni i profughi. Secondo l’Unicef, sono «almeno mille i minori sequestrati da Boko Haram a partire dal 2013», tra di loro ci sono anche gran parte delle 276 ragazze rapite a Chibok nel 2014 e di cui non si hanno più notizie.

Il gruppo terroristico nigeriano combatte per diffondere una versione ultra- radicale della sharia, la legge coranica, in una vasta regione che comprende il nord della Nigeria e del Camerun, come anche il sud del Niger e del Ciad. In seguito ai numerosi attentati terroristici, il gruppo jihadista Boko Haram, che nella lingua locale hausa significa «l’istruzione occidentale è peccato», ha ucciso dal 2013 oltre 2.200 insegnanti e distrutto più di 1.400 scuole. Con l’avvicinarsi delle prossime elezioni presidenziali, previste per il febbraio 2019, la violenza nel Paese africano sembra aumentare.

L’ennesima dimostrazione è stato l’omicidio di padre Micheal Akawu, ucciso da uomini armati mentre si trovava in un supermercato alla periferia della capitale, Abuja. È successo sabato scorso. «Il religioso è stato assassinato da dei sospetti ladri che volevano derubarlo – hanno affermato fonti della polizia –. Le autorità stanno ancora investigando i fatti».

 

La «strategia» di Boko Haram in vista delle elezioni del 2019: escalation di raid verso la popolazione innocente. E le chiese

Con l’avvicinarsi delle elezioni previste in Nigeria nel febbraio 2019, gli attacchi di Boko Haram sono divenuti ormai quasi quotidiani, come successe già prima delle elezioni del 2015. Nonostante la setta nigeriana abbia lanciato i suoi primi attentati nel 2009, è a partire dal 2011 che il numero degli attacchi è cresciuto in modo esponenziale. Da allora gli insorti hanno preso di mira le chiese uccidendo decine di persone durante il Natale del 2011 e quello del 2012, oltre alla Pasqua del 2012. Le chiese sono state però colpite in numerose altre occasioni come pure numerose località nel nord del Paese, soprattutto tra il 2012 e 213. La capitale, Abuja, è stata invece colpita tre volte negli ultimi anni. Dal 2015, inoltre, la brutalità di Boko Haram ha raggiunto gli Stati limitrofi di Niger, Ciad e Camerun. I ribelli prendono di mira tutto ciò che, secondo loro, è avverso alla ribellione islamica. Alcune potenze straniere hanno offerto il proprio aiuto alle autorità locali, esprimendo però la loro preoccupazione per la corruzione presente all’interno dell’esercito nigeriano. Sebbene il presidente uscente, Muhammadu Buhari, avesse promesso in passato di voler sconfiggere ad ogni costo i militanti islamici, Boko Haram continua a seminare terrore tra la popolazione.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 21 agosto 2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance