Sparano e le tirano giù dall’auto: cinque suore rapite in Nigeria
LOMÉ, Togo - Continua la serie di rapimenti a danno dei religiosi nel sud-est della Nigeria. Un commando di alcuni uomini armati ha infatti teso un’imboscata a un veicolo su cui viaggiavano alcune suore della diocesi di Issele-Uku, nello Stato federale del Delta. Cinque religiose sono state sequestrate e altre due religiose sono rimaste ferite durante l’attacco. «I banditi hanno sparato diversi colpi d’arma da fuoco per fermare la vettura delle suore che ritornava da un funerale nella località di Agbor. Due religiose sono state ferite alle gambe e altre cinque sono ora nelle mani dei rapitori», ha confermato ieri la stampa locale.
Sebbene il sequestro sia avvenuto giovedì scorso, solo in questi giorni sono iniziate a trapelare notizie più precise relative a quest’ultimo caso di sequestro. «Pregate per il rilascio delle cinque suore catturate ad Agbor – è stato l’appello di un sacerdote della diocesi di Issele-Uku, che ha preferito mantenere l’anonimato per questioni di sicurezza –. E preghiamo anche per le due altre sorelle che erano nello stesso veicolo e sono state colpite alle gambe ». Il rapimento delle religiose è solo l’ultimo di una serie di simili episodi che da tempo si verificano in varie zone del sud-est della Nigeria.
Almeno cinque religiosi sono stati rapiti nel Delta quest’anno. Un altro sacerdote della stessa diocesi di Issele-Uku è stato catturato due volte. Padre Andrew Anah, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Obomkpa, era stato infatti sequestrato per la seconda volta il 5 giugno scorso per essere poi rilasciato all’inizio di luglio. Il suo primo rapimento era invece avvenuto nel 2017. Anche in quel caso il religioso era stato liberato dopo pochi giorni. Anche il missionario toscano don Maurizio Pallù era stato rapito due volte nella regione di Benin City: il primo rapimento, avvenuto nel 2016, era durato solo 90 minuti. Il secondo, invece, cinque giorni e ha coinvolto altri due suoi compagni.
«Molti preti sono stati rapiti recentemente nello Stato di Edo dove si trova Benin City», ha affermato l’Agenzia cattolica di notizie (Can). Uno dei sacerdoti, ha precisato l’agenzia, «è stato ucciso». A inizio settembre era stato sequestrato anche don Christopher Ogaga, mentre stava viaggiando da Okpe a Warri. Secondo alcuni testimoni, non sarebbe stato pagato alcun riscatto per il suo rilascio. Padre Louis Odudu, rapito il 14 settembre e rilasciato il giorno dopo, è invece morto il 19 dello stesso mese molto probabilmente per le ferite riportate nel sequestro. Inoltre, i fedeli della stessa diocesi erano già in lutto per la scomparsa di padre Stephen Ekakabor, il quale morì un anno prima dopo aver subito violenze quando un gruppo di banditi attaccò la sua dimora. «Condanno con fermezza questi continui assalti contro i preti dell’area», ha dichiarato Ifeanyi Okowa, governatore dello Stato del Delta che ha assicurato l’impegno del governo «a stretto contatto con le forze di sicurezza» per fermare tale fenomeno. In passato i religiosi hanno più volte criticato le autorità per la loro indifferenza nel proteggere suore e preti spesso vittime di bande armate che vogliono soldi. I vescovi nigeriani avevano infatti dichiarato lo scorso gennaio che «la piaga dei rapimenti dei nostri fratelli e sorelle a scopo di estorsione ha raggiunto proporzioni inimmaginabili».
Intanto, dall’altra parte del confine, in Camerun, è morto ieri un laico missionario statunitense arrivato due settimane fa insieme alla moglie e otto figli. «L’auto della vittima è stata crivellata di colpi dai soldati dell’esercito camerunese a Bambui, nella regione Nord Ovest del Paese – ha confermato ieri alla stampa una fonte ospedaliera sotto anonimato –. Il missionario è morto nell’ospedale della città di Bamenda ». In quell’area sembra siano in corso feroci combattimenti tra separatisti anglofoni e militari.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 31 ottobre 2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA