Dagli anni in Belgio al ritorno: un’ascesa all’ombra del padre
Lomé, TOGO - «Figlio di suo padre». È così che viene spesso definito Felix Antoine Tshisekedi, 55 anni, figlio di Etienne, lo storico oppositore congolese morto nel 2017. Nato nella capitale Kinshasa, ma originario della regione del Kasai, il nuovo presidente “provvisorio” (in attesa della proclamazione dei risultato ufficiali) ha quindi l’opportunità di uscire dall’ombra ingombrante del genitore. Gran parte della sua vita da adulto è trascorsa in Belgio, l’ex potenza coloniale.
L’opposizione di Etienne al dittatore Mobutu Sese Seko è costata all’intera famiglia gli arresti domiciliari. Nel 1985, Mobuto diede la possibilità a Felix, sua madre e agli altri figli di scappare. Da allora, i Tshisekedi hanno vissuto a Bruxelles. All’inizio con alcune difficoltà. Felix fece diversi lavori. In quel periodo, però, si affermava dentro di lui il desiderio di seguire le orme del padre. Diventò così un militante sempre più importante del partito Unione per la democrazia e il progresso sociale (Upds). Nel 2008 fu nominato segretario nazionale dell’Upds per le relazioni esterne. I viaggi di ritorno in Congo aumentavano e nel 2011 riuscì a essere eletto deputato all’Assemblea nazionale rappresentando la città di Mbuji Mayi, nella regione del Kasai orientale. Rifiutò comunque tale nomina poiché era stata ottenuta in seguito a delle «elezioni generali illegittime». Il governo gli revocò quindi il mandato parlamentare per questioni di assenza. Due anni dopo, il governo gli offrì un posto nella Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni). Anche in questo caso Felix rifiutò dicendo che non voleva «mettere la mia carriera politica in una parentesi».
Per lavorare con la Ceni, infatti, avrebbe dovuto lasciare il suo ruolo all’interno dell’Upds, di cui divenne vice segretario generale nel 2016. In seguito al decesso di suo padre, che dal Congo era diretto a Bruxelles per essere curato, Felix si guadagnò la leadership del partito il 31 marzo del 2018. Nello stesso giorno, il partito lo designò come candidato alle presidenziali. Poco dopo essersi accordato con altre fazioni all’opposizione per scegliere un unico candidato oppositore in grado di sfidare Kabila, Felix non venne scelto. È così che pochi giorni dopo annunciò di candidarsi comunque, avvicinandosi a Kabila e vincendo, per ora, la presidenza.
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 11 gennaio 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA