Stop ai fondi tedeschi al Wwf

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RDCONGO - Il governo tedesco ha sospeso ieri i finanziamenti al Wwf per la protezione del parco nazionale di Salonga, situato nella regione centrale della Repubblica democratica del Congo. Tale decisione è stata presa dopo la serie di inchieste del giornale statunitense online, BuzzFeed , in cui sono stati denunciati gravi comportamenti da parte dei guardaparco armati congolesi ingaggiati per proteggere l’oasi. Le autorità tedesche hanno quindi aperto le loro indagini per verificare tali accuse. «I fondi per il Wwf rispetto alle loro operazioni nel parco di Salonga sono per il momento sospesi – ha confermato in una nota la Banca pubblica tedesca per lo sviluppo (Kwf) –. Prendiamo molto seriamente le accuse sulle violazioni dei diritti umani che sarebbero avvenute nel parco». BuzzFeed avrebbe documentato addirittura casi di stupri, torture e ucci- sioni perpetrati dai guardaparco contro civili che nulla avevano commesso di illegale all’interno del parco. Il Salonga è da anni finanziato con soldi pubblici tedeschi ed è gestito in parte dal Wwf.

Sebbene il Wwf non abbia risposto a una richiesta di commento spedita già lo scorso maggio da Avvenire, l’organizzazione ha precisato in un loro comunicato che «i finanziamenti tedeschi non sono stati congelati per tutte le collaborazioni con il Wwf. Continuiamo a lavorare da vicino con il Kfw e altre agenzie governative tedesche su molte iniziative vitali a livello internazionale».

Il Wwf ha inoltre confermato che sono tuttora in corso delle indagini su due recenti uccisioni avvenute a Salonga e che, apparentemente, hanno coinvolto dei guardaparco. «Diverse fonti locali ci forniscono numerose testimonianze di abusi commessi da alcuni guardaparco

nel Bacino del Congo – spiega invece Fiore Longo, ricercatrice di Survival, un’organizzazione che lavora per la protezione dei gruppi indigeni in tutto il mondo –. Un accordo tra l’Unione Europea (Ue) e il Wwf sta promuovendo inoltre la creazione della controversa area protetta di Messok Dja, abitata dalla popolazione a rischio dei Baka». In quest’area sono state denunciate gravi aggressioni, spesso appunto collegate agli incentivi monetari voluti dall’Ue.

«I guardaparco, per esempio, sono pagati per ogni arresto che fanno – affermano i residenti Baka –. Per questo spesso non fanno distinzione tra un vero bracconiere o un comune residente dell’area». Numerose donne hanno invece detto di aver subito stupri dai guardaparco dopo essere state accusate di «collaborare con i bracconieri». Il Wwf, che da tempo finanzia, gestisce e equipaggia autorità paramilitari in loco per proteggere le zone naturali, risulterebbe sotto indagine anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 27 luglio 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: avvenire cronaca

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance