Boko Haram attacca durante un funerale: almeno 65 le vittime
NIGERIA - La ferocia di Boko Haram sembra non avere limiti. Almeno 65 persone sono infatti rimaste uccise dopo che un gruppo di jihadisti ha aperto il fuoco durante un funerale in corso in un villaggio vicino alla città di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria. L’attacco è avvenuto sabato , ma solo domenica sono trapelate le prime notizie. «Diversi uomini armati sono arrivati nella località di Nganzai a bordo delle loro motociclette e alla guida di alcuni furgoni», ha spiegato Muhammed Bulama, un funzionario governativo locale. «Circa 20 partecipanti al funerale sono morti subito. Altri 44, invece – ha detto Bulama – sono stati uccisi mentre cercavano di cacciare i militanti islamici. I feriti sono 10».
I parenti delle vittime hanno cercato di identificare e raccogliere i cadaveri dei loro familiari. Durante gli scontri sono inoltre state bruciate nu- merose abitazioni. Secondo alcune fonti, tale attacco rappresenta una vendetta da parte del gruppo jihadista. Almeno 11 guerriglieri di Boko Haram, infatti, erano stati uccisi nello stesso villaggio due settimane prima. «Nell’ultimo periodo c’è stato un radicale aumento degli attentati terroristici – affermano gli esperti –. Il gruppo non ha intenzione di frenare la sua espansione attraverso la regione». Il presidente nigeriano,
Muhammadu Buhari, ha condannato ieri l’attacco. Inoltre, ha ordinato alle forze aeree di rintracciare al più presto i responsabili. «Sono decine di migliaia le vittime dell’ondata jihadista nigeriana iniziata nel 2009 – sostengono le organizzazioni umanitarie – . Almeno due milioni di civili sono stati costretti a lasciare le proprie case».
La setta islamista nigeriana continua con la sua serie di attacchi armati, sequestri di massa e attentati suicidi. Nonostante Buhari avesse promesso di sconfiggere il radicalismo islamico, i risultati tardano ad arrivare anche durante il suo secondo mandato, iniziato lo scorso febbraio. Tra i quattro Paesi limitrofi presi di mira da Boko Haram, solo il Ciad e il Camerun sembrano essere stati in grado di ridurre l’impatto jihadista nell’ultimo anno. Il Niger, invece, continua a essere colpito nel sud del suo territorio, dove i militanti islamici si sono in parte stabiliti. «Le aree controllate da Boko Haram sono recentemente diminuite e il gruppo terroristico è ora suddiviso in diverse fazioni in competizione tra loro – sottolinea l’Istituto per l’economia e la pace (Iep) –. Però l’esercito non riesce ancora a sedare completamente la ribellione».
Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 30 luglio 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA