Traballa l’ultimo monarca assoluto

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DAKAR, Senegal - Il regno di eSwatini sembra sull’orlo di una guerra civile. Da giorni lo Stato dell’Africa meridionale (fino al 2018 chiamato Swaziland) dove regna l’ultima monarchia assoluta del Continente nero

è infatti teatro di violenti scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti. Le organizzazioni dei diritti umani hanno registrato almeno 20 morti. «I militari e la polizia continuano a uccidere e distruggere – hanno affermato ieri gli attivisti coinvolti negli scontri –. Ci battiamo per ottenere delle riforme democratiche nel nostro Paese». Alcune manifestazioni sporadiche sono iniziate già a maggio dopo l’uccisione da parte di alcuni agenti della polizia di Thabani Nkomonye, uno studente universitario della facoltà di giurisprudenza. Negli ultimi giorni, invece, le proteste si sono intensificate e la gente ha iniziato con maggior forza a chiedere le dimissioni del monarca Mswati III per avviare un cambiamento democratico.

«Sto seguendo da vicino i fatti e sono profondamente preoccupato per la situazione politica e della sicurezza – ha dichiarato ieri il ciadiano Moussa Faki, presidente della Commissione dell’Unione Africana –. Ci arrivano rapporti riguardo a violenze, uccisioni, saccheggi nel regno di eSwatini». Alcune sedi diplomatiche, tra cui quella degli Stati Uniti, hanno spinto il personale non essenziale e i rispettivi familiari delle ambasciate a lasciare il Paese il prima possibile.

Il Sudafrica, da cui il regno di eSwatini dipende per la sua sopravvivenza economica, ha denunciato gli alti livelli di insicurezza raggiunti in questi ultimi giorni. «L’uso delle forze di polizia per far tacere il dissenso politico complica tale conflitto – ha detto ieri Lindiwe Zulu, capo delle relazioni internazionale del partito sudafricano, African National Congress (Anc) –. Non bisogna versare benzina sul fuoco evitando di affrontare delle legittime preoccupazioni da parte della popolazione ». Anche la chiesa locale ha fatto appello alla calma. «Combattere il fuoco con il fuoco ridurrà il nostro Paese in cenere – afferma in un comunicato monsignor José Luis Ponce de Leon, vescovo di Manzini, la città più grande dopo la capitale Mbabane –. Il dialogo tra i vari attori è l’unica via possibile».

Il re Mswati III guida l’eSwatini con un pugno di ferro da quando è salito al potere nel 1986 all’età di 18 anni. E al momento girano voci su una sua possibile fuga. Noto per il suo stile di vita eccentrico, le sue 15 mogli e le decine di figli, il monarca è a capo di uno Stato di 1,1 milione di abitanti dove gran parte della popolazione vive in condizioni di profonda povertà e il tasso di contagio da Hiv resta tra i più alti al mondo.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 4 lugliio 2020 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: avvenire cronaca

Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance