È stata rinviata di sei mesi la chiusura del campo di Dadaab

Dadaab, Kenya

BANGUI (Centrafrica) -- La data della chiusura del più grande campo di rifugiati al mondo, Dadaab , nel nord-est del Kenya, è stata posticipata. Le autorità della capitale kenyana, Nairobi, hanno prolungato l’apertura di sei mesi. «Desidero annunciare che il governo ha accettato la richiesta dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) – ha dichiarato ieri Joseph Nkaissery, ministro dell’Interno –: il campo rimarrà quindi aperto fino al 31 maggio 2017». Sulla chiusura del campo, da tempo, si era scatenata una durissima reazione reazioni da parte delle organizzazioni per i diritti umani che vedono l’operazione come una continua minaccia contro gli oltre 300mila somali che popolano Dadaab. «Il rinvio della chiusura è chiaramente meglio che la chiusura prevista tra due settimane – ha detto Gerry Simpson dell’organizzazione Human Rights Watch – , ma il Kenya dovrebbe smetterla con queste minacce e l’Onu dovrebbe spingere Nairobi a far sentire benvenuti i somali fino a quando la Somalia tornerà un territorio stabile». C’è oltre un milione di sfollati in Somalia, da 25 anni teatro di una brutale guerra civile. Inoltre, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali previste entro dicembre, i jihadisti di al-Shabaab hanno intensificato i loro attentati. Sono comunque pochissimi i rifugiati che hanno accettato di tornare a casa. «I rifugiati di Dadaab si trovano tra due fuochi», commenta Michelle Kagari di Amnesty International: «Devono andarsene prima della fine del mese o saranno costretti a farlo senza alcuna assistenza. Queste azioni – continua Kagari – sono in contrasto con le assicurazioni date dal Kenya alla comunità internazionale secondo cui i rimpatri sarebbero stati volontari ed eseguiti in sicurezza e dignità». 

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