Africa / I pigmei del Centrafrica sono a rischio «cancellazione»

Pigmei

NAIROBI, Kenya - Emarginati dalle autorità, perseguitati dalle comunità rivali, sfrattati dalle loro aree. Le sfide che le diverse popolazioni di pigmei in Africa affrontano ogni giorno tornano sotto i riflettori delle organizzazioni umanitarie e di una parte della società locale. Un tema sempre più delicato per i circa 500mila pigmei che popolano soprattutto la fascia centrale del continente. «Stiamo parlando di un popolo assai marginalizzato, minacciato dalla deforestazione e prossimo all’estinzione », afferma Nganyade Zowe Vahid, giovane architetto centrafricano e ideatore di un progetto che ha come obiettivo la valorizzazione della cultura pigmea. «Ho deciso di aiutare i pigmei attraverso il settore del turismo: costruendo un centro culturale che possa immergere il visitatore nelle tradizioni di questo popolo. Attraverso tale progetto – spiega l’architetto, imparentato lui stesso con dei pigmei della comunità aka da parte di madre –, vorrei quindi che i loro diritti siano riconosciuti a livello nazionale di modo che possano conquistare un degno posto nella nostra società». Caratterizzati da un corpo minuto, sotto i 155 centimetri di statura, i pigmei vivono nelle fitte foreste pluviali dell’Africa equatoriale cibandosi soprattutto degli ani- mali che cacciano. Gli analisti gli riconoscono delle «capacità eccezionali di sopravvivenza» all’interno delle foreste. Da decenni, però, i pigmei sono stati spesso vittime di discriminazione, schiavismo e, persino, cannibalismo. «Stiamo perdendo le nostre tradizioni », ha recentemente affermato alla stampa Messe Venant, a capo di Okani, un’organizzazione per i diritti dei pigmei baka in Camerun. «Prima nella foresta la mia gente aveva tutto quello che era necessario. Ora che ci hanno cacciato fuori – ha sottolineato Venant –, molti di noi vogliono solo trovare un posto dove bere alcol per rovinarsi l’intera giornata e perdersi completamente ». L’agenzia umanitaria Avsi sta invece cercando di promuovere la pace tra i pigmei e la comunità dei luba che si combattono nella provincia del Tanganika, nella Repubblica democratica del Congo. «Da luglio 2016 oltre 365mila civili sono rimasti sfollati a causa del conflitto tra le due popolazioni – spiega ad Avvenire Aldo Gianfrate dell’ufficio comunicazione di Avsi –. Gestiamo infatti un progetto multisettoriale che mira a garantire per entrambe le comunità l’accesso ai servizi di base come salute e istruzione». Spesso, infatti, uno dei motivi che spingono i pigmei a lasciare le proprie case è la marginalizzazione che riscontrano fin da piccoli, tra i banchi di scuola. Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 16 febbraio 2017

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