Paura in Kenya: rapita volontaria italiana

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BISSAU, Guinea Bissau - I sequestratori di Silvia Romano, 23 anni milanese, hanno scelto il buio. L’attacco è infatti avvenuto martedì verso le otto di sera locali. Il villaggio di Chakama, nella contea di Kilifi, a circa 70 chilometri dalla cittadina turistica di Malindi , non è particolarmente illuminato. Armati di fucili e pistole, gli aggressori sono entrati nel modesto edificio di Africa Milele, la Onlus marchigiana per cui lavora la giovane volontaria occupandosi principalmente di orfani. Inizialmente sembrava volessero soldi. Ma ciò che cercavano era in verità la «donna bianca, la signorina italiana». Sono queste le parole di Chad Joshua Kazungo, uno dei testimoni del rapimento. «Ho visto almeno tre individui armati – ha raccontato Kazungo –. Tra di loro parlavano somalo».

Una versione simile è stata data da un altro testimone oculare. «Volevano proprio lei», ha affermato Ronald Kazungo Ngala, 19 anni, che aiutava Silvia facendo le foto delle attività della Onlus.«Gli ho detto che Silvia non c’era ma non mi hanno creduto». Dopo aver raggiunto la sua stanza ed essersi assicurati di aver trovato la persona giusta – ha continuato a raccontare alla polizia Ngala –, l’hanno schiaffeggiata duramente facendola cadere a terra. In quel momento uno di loro le ha legato le mani». Silvia è riuscita a dire poche cose durante il sequestro. Inizialmente ha chiesto disperatamente aiuto a Ngala. «Ronald, per favore, per favore – supplicava la volontaria – Ronald, per favore aiutami ». Il giovane ha così tentato di fermare gli aggressori, i quali hanno risposto con una forte bastonata in testa che ha fatto quasi svenire il ragazzo. Silvia, afferrata al collo da uno degli individui, gli avrebbe quindi detto di scappare. «Gli uomini armati sono invece fuggiti con un mezzo al di là del fiume Galana», ha concluso Ngala. Prima di andarsene, il commando ha iniziato a sparare, ferendo almeno cinque persone.

«Tra i feriti c’è un bambino di dieci anni e uno di dodici – hanno confermato fonti ospedaliere –. Il primo è stato colpito da un proiettile all’occhio mentre il secondo è stato ferito nell’interno coscia». Sparando in modo indiscriminato, i rapitori hanno ferito al collo anche Samini Dadu, una keniota di 23 anni. Al momento si trova ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Malindi. James Alexander, un altro testimone, ha detto che il gruppo armato ha lanciato un ordigno durante l’attacco. «Ho trovato sul pavimento un oggetto che è esploso improvvisamente – ha raccontato Alexander alla stampa –. Poi ho visto qualcuno davanti a me con un’arma e sono corso via». Non ci sono ancora state rivendicazioni del sequestro. La polizia locale ha però scelto di seguire la pista del terrorismo islamico. «Ancora non sappiamo le ragioni di questo attacco né l’identità dei responsabili – ha riferito la polizia –. Nell’area però potrebbero circolare elementi legati ai jihadisti di al-Shabaab». Secondo padre Alejandro Umul Chopox, da anni missionario nella regione di Malindi, il sequestro è stata una totale sorpresa. «Solitamente le zone dove al Shabaab colpisce sono lontane anche 200 chilometri da qui – ha detto il religioso all’agenzia Dire –. Per questo le autorità non avevano adottato particolari misure di sicurezza nella regione».

Gli ultimi rapimenti degli shabaab risalgono a circa sei anni fa. Tra il 2011 e il 2012, il gruppo terrorista ha sequestrato alcuni turisti e operatori umanitari più a nord, nella località di Lamu e nel campo rifugiati di Dadaab. L’unità di crisi della Farnesina si è comunque subito attivata e sta lavorando a stretto contatto con l’Ambasciata italiana nella capitale, Nairobi, e la famiglia della cooperante.

Matteo Fraschini Koffi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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