Daesh, l’orrore piomba sulla Nigeria: uccisi a Natale undici ostaggi cristiani

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NIGERIA - Come in passato, l’orrore jihadista non ha risparmiato neanche il Natale in Nigeria. Ieri è stato distribuito – dalla tristemente nota agenzia di propaganda del Daesh, Amaq – il video in cui un gruppo di miliziani ha, prima, ucciso a colpi di arma da fuoco e, poi, decapitato 11 cristiani in una località sconosciuta dello Stato di Borno . Il tutto sarebbe avvenuto, a detta dei carnefici, il giorno di Natale. Il loro obiettivo: «Vendicare l’uccisione » dei loro leader in Medio Oriente. Altri cristiani, inoltre, sono stati trucidati durante i giorni precedenti nel nord-est del Paese. «Abbiamo ucciso i cristiani per vendicarci della morte dei nostri leader in Siria e Iraq» – ripeteva ossessivamente uno dei terroristi ripresi dalla telecamera –: il fondatore del Desh, «Abu Bakr al-Baghdadi, e il suo portavoce Abul Hasan Al Muhajir». I responsabili sono i miliziani dello Stato Islamico nella provincia dell’Africa occidentale (Iswap). Ovvero la fazione di Boko Haram che ha giurato fedeltà al Daesh. Il filmato dura 56 secondi, un tempo molto limitato rispetto ad altri video trasmessi dai jihadisti in Africa. «Apparentemente le vittime sono state catturate durante le ultime settimane di raid in vari villaggi del nord – affermano gli esperti dell’antiterrorismo nigeriano –. Così come è, invece, chiara l’intenzione e lo scopo di pubblicare il video durante il Natale».

Due dei sequestrati, per ora, sono stati, però, risparmiati. Dieci giorni fa, Iswap aveva diffuso un video in cui i 13 ostaggi chiedevano aiuto alle autorità nigeriane e all’Associazione cristiana della Nigeria (Can). Ognuno pronunciava il proprio nome e uno degli ostaggi recitava l’appello che gli era stato fatto imparare a memoria. «I terroristi di Iswap avevano cercato di aprire un canale di negoziati con il governo – ha affermato ieri Ahmad Salkida, un giornalista nigeriano che segue da vicino l’ondata jihadista in Nigeria –. Il processo è fallito dopo che le autorità si erano rifiutate di trattare con loro». Il presidente, Muhammadu Buhari, un musulmano, ha spesso criticato il predecessore Goodluck Jonathan, un cristiano, accusandolo di non fare abbastanza per contrastare il jihadismo nel Paese, soprattutto quando colpiva durante le festività cristiane. L’attuale governo, però, sta dimostrando che anche Buhari si è discostato ben poco dal precedente capo di Stato.

E il terrore non dà tregua. Un altro attacco ha preso di mira il 24 dicembre il villaggio di Kwaaagilim, nello Stato settentrionale del Borno. Le vittime

sono almeno sei e tre i feriti. Conferme dell’ennesimo raid sono arrivate però solo l’altra sera, mentre un’altra rivendicazione è arrivata dall’Iswap: i jihadisti si sono attribuiti l’attacco a una caserma che ha provocato l’altro ieri la morte di 11 militari nella provincia di Soum. Anche in questo caso è «stata una vendetta per onorare la fine di al-Baghdadi », ucciso il 26 ottobre scorso in Siria. Un mantra che ormai si ripete per ogni attacco che i jihadisti rivendicano. E la Nigeria è solo uno degli anelli di una lunga catena che segna con il sangue l’avanzata del jihadismo lungo la direttrice del Sahel. Nel Paese, secondo le agenzie umanitarie, sono «almeno 30mila i civili rimasti uccisi e 30 milioni gli sfollati dall’inizio dell’offensiva jihadista nel 2009». Sebbene Boko Haram stia rivendicando gran parte degli attentati, il gruppo si è diviso. «Una parte fa capo al noto Abubakar Shekau – spiegano gli analisti –, mentre l’altra, Iswap, ha iniziato a prendere ordini da Abu Musab al-Barnawi, designato da al-Baghdadi come il leader». Tutti gli esperti ammettono però che ci sia un certo livello di confusione riguardo alla struttura di entrambe le fazioni, le quali, a volte, si sono combattute tra di loro. «Purtroppo, gli alti livelli di corruzione all’interno dell’esercito impediscono un efficace impegno nello sconfiggere il jihadismo in Nigeria – ammette amaramente Stanley Ukeni, analista geopolitico locale –. Bisogna, inoltre, considerare gli interessi della politica e degli uomini d’affari locali nel tenere alta la tensione nel Paese».

PRECEDENTI:

Le stragi a Jos e Maiduguri Durante il Natale del 2010 il gruppo terrorista Boko Haram uccise 38 persone dopo aver preso di mira diverse chiese nella città centrale di Jos e nella capitale dello Stato settentrionale del Borno, Maiduguri.

I raid a Yobe e Madalla È stato definito «il Natale più sanguinoso della storia nigeriana»: Boko Haram ha ucciso oltre 30 civili attaccando tre chiese e distruggendo altri edifici e veicoli in diverse parti del nord nigeriano: nella città centrale di Jos, a Madalla vicino alla capitale Abuja e nello Stato di Yobe.

In azione nella capitale I miliziani islamici provocano 27 vittime dopo aver fatto irruzione sparando in una chiesa della capitale nigeriana, Abuja: dopo la strage l’edificio sacro viene incendiato prima della fuga del commando di terroristi. Come in precedenza, giunge la rivendicazione con un portavoce di Boko Haram.

Matteo Fraschini Koffi per AVVENIRE - 28 dicembre 2019 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Matteo Fraschini Koffi - Giornalista Freelance